Commemorazione di Graziella Fava. Naccari (Aser) e Ramunno (Odg): “Fu articolato attacco a libertà di stampa e democrazia”

BOLOGNA – È stato ricordato il 13 marzo 2023 l’attentato che lo stesso giorno del 1979 causò la morte di Graziella Fava.  Il momento di raccoglimento si è svolto a Bologna, nel giardino a lei dedicato, e ha visto la presenza dei presidenti dell’Associazione della stampa Emilia-Romagna, Matteo Naccari, e dell’Ordine dei giornalisti, Silvestro Ramunno, accompagnati dai rispettivi predecessori, Serena Bersani e Giovanni Rossi, oltre a vari componenti dei vertici dei due organismi e al signor Emilio Baravelli, figlio di Graziella Fava. Per il Comune di Bologna è intervenuto l’assessore Massimo Bugani, mentre l’assessore Mauro Felicori, presenza fissa all’appuntamento, rappresentava la Regione.

Naccari e Ramunno hanno ricordato come l’attentato terroristico di quarantaquattro anni fa, ancora senza giustizia, verità o colpevoli fu un articolato attacco alla libertà di stampa e alla democrazia.

La sede dell’Aser, all’epoca Asem, Associazione Stampa Emilia-Romagna e Marche, in via San Giorgio, fu presa di mira come simbolo del giornalismo da parte di un commando di tre persone. Due uomini e una donna entrarono nel sindacato, e dopo aver bloccato e derubato un dipendente e la vedova di un giornalista che stava chiedendo informazioni, oltre a sottrarre documenti da alcuni cassetti, lanciarono una bomba al fosforo appiccando il fuoco, che distrusse tutto.  I Vigili del fuoco riuscirono a trarre in salvo le due persone, che erano state rinchiuse in uno stanzino, ma il fumo aveva ormai invaso i piani superiori dello stabile: Graziella Fava, che accudiva una 82enne, fece di tutto per salvarla e ci riuscì, l’anziana rimase gravemente intossicata ma sopravvisse. Graziella Fava venne invece trovata solo ore dopo senza vita sul pianerottolo. Poco più tardi, una telefonata anonima al quotidiano Il Resto del Carlino rivendicava l’azione da parte dei Gatti Selvaggi: organizzazione armata di estrema sinistra attiva nell’area di Bologna nella seconda metà degli anni Settanta.

Grazie alla disponibilità degli assessori Massimo Bugani e Mauro Felicori si è auspicata la posa di una targa in via San Giorgio sul luogo dell’attentato e di altre iniziative affinché la città non dimentichi quanto accaduto nel 1979. Anche se il debito più grande che Bologna deve a Graziella Fava è quello di individuare e punire i responsabili di quel gesto.

 

 

Matteo Naccari                                                            Silvestro Ramunno

Presidente Aser                                                          Presidente Ordine dei giornalisti E-R

 

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