Elezioni dell’Odg: candidati e programmi
Campagna elettorale agli sgoccioli per le elezioni dell’Ordine dei giornalisti. Finalmente sono andate definendosi “liste” e schieramenti, tenendo presente che non è previsto il voto di lista ma occorre scrivere i nomi dei candidati prescelti.
Questi sono i nominativi e i programmi che sono stati comunicati all’Aser. Li pubblichiamo nell’ordine in cui ci sono giunti.
Lista presentata da Roberto Zalambani a nome del GI.PU. (Giornalisti Pubblicisti Emilia Romagna)
CONSIGLIO NAZIONALE
Pubblicisti
Michelangelo Bucci
Mario Paolo Guidetti
Alberto Lazzarini
Elio Pezzi
Roberto Zalambani
CONSIGLIO REGIONALE
Pubblicisti
Emilio Bonavita
Luca Molinari
Gianna Zagni
REVISORI DEI CONTI REGIONALE
Pubblicisti
Francesco Arus
PROGRAMMA
Ripartire dai pubblicisti – collaboratori e dalle specializzazioni del Sindacato per costruire nuovi percorsi di sostenibilità economico-sociale della professione.
Candidatura non in una lista (CONSIGLIO NAZIONALE): Claudio Visani http://visanik.blogspot.it/
Lista Freeccp e Beppe Errani http://freeccp.blogspot.it/
CONSIGLIO REGIONALE
Professionisti
Giuseppe Errani
Mara Cinquepalmi
Silvio Cortesi
Antonio Farnè
Lorenza Lavosi
Gabriele Testi
REVISORI DEI CONTI
Professionisti
Saverio Cioce
Alessandro Goldoni
CONSIGLIO REGIONALE
Pubblicisti
Francesca Domenichini
Donatella Filippi
Tito Taddei
REVISORI DEI CONTI
Pubblicisti
Mariangela Latella
CONSIGLIO NAZIONALE
Professionisti
Antonella Cardone
Matteo Alvisi
Giampietro Bisaglia
Giancarlo Perciaccante
CONSIGLIO NAZIONALE
Pubblicisti
Paolo Tomassone
Cristina Ceretti
Alessandra Lepri
Mattia Motta
Valeria Tancredi
Il candidato presidente regionale Beppe Errani: chi è e che Ordine vuole
CHI SONO
Un impegno che è stato “premiato” con una sanzione disciplinare!
L’ORDINE CHE VORREI
E’ tutt’altra cosa dall’Ordine che c’è. Per questo mi candido Presidente nazionale: serve un cambiamento radicale, netto, chiaro!
Vorrei che l’Ordine perseguisse l’esercizio abusivo della professione, non mantenesse più in casa tutta una serie di gente imbarazzante, non tediasse con richieste di denaro inopportune (dimezziamo le quote di iscrizione e formazione solo gratuita). Un Ordine che davvero stia al fianco dei suoi iscritti, valorizzi i più coraggiosi, copra loro le spalle nei momenti di difficoltà: quando c’è una minaccia mafiosa come un pressione politica, quando l’editore tenta di schiacciarti, quando la crisi morde. E’ possibile farlo: ho studiato, ho osservato, mi sono resa conto che è davvero possibile!
PERCHE’ VOTARE FREE CCP Perchè è l’unico gruppo che candida giornalisti-giornalisti, giornalisti onesti e per bene. Non ci sono pensionati che rubano il lavoro ai giovani, non ci sono editori che sfruttano i collaboratori, non ci sono professionisti delle poltrone nè “colleghi” che a Roma vanno solo a fare merenda. Abbiamo un programma serio con progetti seri (dal crowfunding alla lotta agli stereotipi di genere – che sarà portato avanti da colleghe e colleghi in gamba, a servizio vostro.
IL PROGRAMMA DEI FREE CCP: Mettiamo ordine attraverso l’Ordine
Troppi cronisti hanno stipendi da fame: l’Ordine dei Giornalisti deve operare affinché la dignità del lavoro venga sempre e comunque salvaguardata. Per fare questo ha a disposizione la Carta di Firenze. E’ ora di renderla effettiva e farla funzionare.
lo dimostra il fatto che i rappresentanti Freeccp già impegnati nella categoria hanno portato a casa già alcuni risultati come la Carte di Firenze, l’Equo compenso, il Ricongiungimento dei pubblicisti nell’albo dei professionisti.Ma soprattutto, i nuovi giornalisti – già maggioranza nella pratica della professione – ora possono rivendicare una voce nei meccanismi di autogoverno della categoria. Una voce che deve diventare sempre più alta!
Lista Bombonato
CONSIGLIO REGIONALE
Professionisti
Giorgia Bentivogli (Ansa)
Gerardo Bombonato (Carlino)
Camilla Ghedini (Free lance Ferrara)
Luca Marchesi (Comune Mirandola)
Olivio Romanini (Corriere di Bologna)
Michele Smargiassi (Repubblica)
REVISORI DEI CONTI
Professionisti
Lorenzo Bianchi (Pensionato)
David Oddone (San Marino)
CONSIGLIO NAZIONALE
Professionisti
Paola Cascella (Pensionata)
Isa Grassano (Free lance)
Mario Rebeschini (Fotoreporter)
Achille Scalabrin (QN)
PROGRAMMA LISTA BOMBONATO
Le linee essenziali di questo programma sono il frutto di un lungo confronto avvenuto nel corso dell’intera consigliatura all’interno della Consulta nazionale dei presidenti e vicepresidenti, che mai come ora ha trovato una sua compattezza. Queste riflessioni sono state condivise da un buon numero di Consigli regionali che di volta in volta e su temi fondamentali come la formazione, i collegi di disciplina, il ricongiungimento, hanno espresso pareri e indicazioni spesso in contrasto con quelle della maggioranza del Consiglio nazionale.
LA RIFORMA
Sembra un ritornello, ma è la verità. La riforma dell’Ordine non può più aspettare o saremo, giustamente, spazzati via dagli stessi colleghi con i forconi. Il futuro dell’Odg e della stessa professione giornalistica è legato a una radicale rivisitazione delle regole e della stessa architettura dell’istituzione. A cominciare dalla drastica riduzione del numero dei membri del Consiglio nazionale (154) ormai, oltre che troppo costoso, inutile e ingestibile. Se non altro per la funzionalità. Anche i 90 consiglieri previsti dalla ‘riformetta’ passata alla Camera ed arenatasi al Senato sono troppi. Bisogna cominciare a ragionare su una riforma federalista del Consiglio nazionale, una sorta di Camera delle Regioni.
Una riforma che, ponendo l’informazione al centro della vita democratica del Paese, faccia dell’Ordine il punto di riferimento innanzitutto dei cittadini. Ma anche la sentinella della dignità professionale dei giornalisti e dei tanti precari che vivono in pesanti condizioni di ricatto economico. Difendiamo la professione dai ricorrenti conflitti d’interesse e da chi come gli editori vuole ridurre il giornalismo a una semplice pratica tecnologica.
CONSIGLI REGIONALI
Una riforma che rilanci il ruolo degli Ordini regionali, il cui compito centrale resta sempre quello della vigilanza sul rispetto della deontologia anche in occasione dell’introduzione dei nuovi Consigli di disciplina. Ma occorre recuperare credibilità nell’opinione pubblica. E questo dipende da tutti noi e dai rappresentanti che andremo ad eleggere, dal loro impegno e dalle loro decisioni.
Il neonato Coordinamento degli Ordini regionali va istituzionalizzato con compiti di elaborazione e di sintesi delle esigenze dei territori per rendere omogenei i regolamenti attuativi della riforma dell’Ordine, condividere i corsi di formazione permanente e promuovere iniziative comuni, cercando quella collaborazione col livello nazionale che fino ad ora è in gran parte mancata.
PRECARIATO: GIORNALISTA E’ CHI LO FA
Va da sé che per una riforma seria occorre superare la vecchia anacronistica divisione fra pubblicisti e professionisti. E’ vitale per la dignità delle migliaia di free lance e precari attuare non solo la riforma dell’equo compenso, ma operare al più presto la ricongiunzione fra pubblicisti e professionisti che fanno questo mestiere e di questo vivono.
Inutile dire che, pur nei rispettivi ruoli e funzioni, questi obbiettivi vanno perseguiti d’intesa e con unità d’intenti insieme con il sindacato e gli altri organismi di categoria.
ACCESSO ALLA PROFESSIONE
Va ripresa la vecchia proposta, con un ovvio periodo di transizione, di un accesso unico alla professione con laurea obbligatoria ed eventuale master in giornalismo. Lo richiedono le norme europee, lo richiedono le nuove esigenze di professionalità, lo richiede il buon senso.
FORMAZIONE
Per effetto del decreto dello scorso agosto la formazione diventa obbligatoria e permanente per tutti i giornalisti in attività. Per non incorrere in un illecito disciplinare i giornalisti dovranno accumulare un certo numero di crediti nel triennio. Si tratta per l’Ordine di una sfida organizzativa ed economica non indifferente. Molti Ordini regionali non l’hanno mai fatta, o solo saltuariamente. L’Ordine dell’Emilia-Romagna è impegnato da anni nello svolgimento dei corsi di base (per praticanti e pubblicisti) e di quelli specialistici e da un anno e mezzo ha creato una Fondazione con questa precisa missione. E i risultati, in termini operativi e di consensi, si sono fatti sentire.
Ma resta un gravoso impegno, anche economico. Per questo è fondamentale che tutto il peso non ricada sui Consigli regionali: devono essere dotati di risorse adeguate che non tutti hanno. La Consulta dei presidenti e dei vicepresidenti regionali ha già chiesto di ridurre la parte di quota di iscrizione di competenza dell’Ordine nazionale (oggi circa il 50%) per destinare ai colleghi più deboli borse di studio per la formazione permanente, attraverso la costituzione di un fondo di solidarietà.
Occorre anche vigilare che la formazione sia indipendente e il più possibile gratuita quando riguarda la deontologia, che serva davvero a far crescere la professionalità della categoria e non ad arricchire – sulla pelle dei giornalisti – università, aziende e centri di formazione vari. E’ un compito che ci riguarda tutti. Al Consiglio nazionale spetta una funzione di coordinamento e di supporto indispensabile, ma non prevaricante, per garantire pari condizioni a tutti gli iscritti.
CONSIGLI DI DISCIPLINA
Con la stessa legge vengono istituiti i Consigli di disciplina, i cui membri, non elettivi ma nominati, sono d’ora in poi titolari dei procedimenti sanzionatori sulla deontologia. Ai Consigli regionali resta la vigilanza, come è stato chiarito dallo stesso Ministero di Giustizia.
Riteniamo però che si debba ripensare l’intera materia evitando che il giudizio deontologico passi attraverso cinque gradi (regionale, nazionale, processo ordinario, appello, cassazione) come avviene ora. Un meccanismo lungo e costoso sia per il giornalista che si difende sia per chi si ritiene danneggiato.
RICONGIUNGIMENTO
L’Ordine ha 112mila iscritti, ma solo 46mila sono attivi. Di questi circa 20mila sono pubblicisti che fanno i giornalisti di mestiere, come precari. Bisogna dunque ripartire, come dicevamo all’inizio, dal principio che giornalista è chi lo fa. E dare ai colleghi che hanno i requisiti l’opportunità di formarsi e poter sostenere l’esame di Stato. Ma ciò va costruito con una norma seria e condivisa con le realtà regionali, che non penalizzi chi il giornalista lo fa davvero, che applichi regole unitarie su tutto il territorio nazionale riportando tutto nell’ambito della legalità.
D’accordo dunque sul principio del ‘ricongiungimento’ per chi fa e vive di giornalismo, ma per onestà va detto che la delibera approvata in extremis dal Consiglio nazionale è inapplicabile perché incompleta e giuridicamente insostenibile, oltre che iniqua e discriminatoria nei confronti dei free lance.
Lista Giornalismo Libero
CONSIGLIO REGIONALE
Pubblicisti
Antonella Beccaria (il Fatto Quotidiano)
Marco Grana (ufficio stampa Ausl di Bologna)
Pierfrancesco Pacoda (giornalista musicale, il Resto del Carlino e Gruppo L’Espresso)
Professionisti
Luisa Gabbi (capo ufficio stampa, portavoce sindaco Reggio Emilia)
Marco Marozzi (pensionato, la Repubblica)
Silvestro Ramunno (ex l’Informazione, oggi Homina)
Mauro Sarti (Redattore Sociale, Agenda)
Marco Tarozzi (giornalista sportivo, addetto stampa Virtus pallacanestro)
CONSIGLIO NAZIONALE
Pubbicisti
Carlo Gubitosa (blogger, freelance , scrittore)
Elisabetta Tola (giornalista scientifica, Rai, Formicablù)
Professionisti
Luca Boccaletti (freelance)
Luca Rosini (Piazza Pulita LA7, ora in Rai)
REVISORI DEI CONTI
Fulvio De Nigris (professionista, Bologna)
Giuditta Lughi (pubblicista, Cesena)
#giornalismolibero – il programma
1 – Lavoro, precarietà e dignità della professione
La Carta di Firenze e legge sull’equo compenso danno all’Ordine una grande responsabilità: quella di vigilare sulle condizioni lavorative dei giornalisti, e nel caso prendere provvedimenti. Gli strumenti per combattere lo sfruttamento e per ridare dignità al lavoro di tanti colleghi senza diritti ci sono, ora bisogna usarli.
Carta di Firenze Per combattere sfruttamento e precarietà l’Odg regionale dispone di uno strumento importante, la “Carta di Firenze”. Entrata in vigore a inizio 2012, la Carta si occupa di definire una serie di linee guida per attuare “politiche attive contro la precarietà”, tra cui il favorire percorsi di regolarizzazione contrattuale. La Carta impone a tutti gli iscritti all’Ordine con responsabilità nelle redazioni, pena sanzioni, di far rispettare i diritti contrattuali, di impegnarsi affinché il lavoro commissionato sia retribuito anche se non pubblicato, di non impiegare colleghi se i compensi sono inadeguati. La Carta prevede anche la creazione di un “Osservatorio permanente sulle condizioni professionali dei giornalisti”. Cosa è stato fatto? Quasi nulla, la Carta di Firenze è rimasta lettera morta. L’Ordine dell’Emilia-Romagna deve avviare una discussione pubblica sulla Carta di Firenze, attivare un Osservatorio permanente, e mettere in campo le possibili iniziative per tutelare la dignità dei colleghi e di tutta la categoria.
Equo compenso Dal 18 gennaio 2013 la legge sull’equo compenso è operativa, ma la commissione istituita per definire l’ammontare della cifra minima da corrispondere ai giornalisti privi di contratto non si è ancora pronunciata in merito. #giornalismolibero intende raccogliere le denunce di tanti colleghi sfruttati e vigilare sull’effettiva applicazione della legge. Il nuovo Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna dovrà altresì impegnarsi a segnalare tutte le testate giornalistiche che non rispetteranno la cifra minima stabilita dalla commissione competente, di modo che decada il loro diritto ad accedere ai contributi pubblici in sostegno dell’editoria
2 – Spechi ed economie: piu’ trasparenza a partire dalle piccole cose
Una sede meno costosa e un giornale di categoria online. Così l’Ordine potrebbe contenere i costi e utilizzare le risorse liberate per creare spazi di co-working e pagare collaboratori per il sito web.
Mentre ancora sono lontane a livello nazionale le nuove linee guida dell’Ordine nazionale, quando ormai il tempo langue per una profonda, necessaria e drastica riforma, si può però partire dalle cose piccole, dai alcuni significativi risparmi, da nuovi e mirati investimenti, che come Ordine regionale potremmo essere grado di fare subito. Ecco cosa s’impegna a fare #giornalismolibero.
– Individuare una nuova sede dell’Ordine regionale che sia più comoda, accessibile a disabili, anziani e a chiunque ha problemi di deambulazione (mamme con carrozzina, ecc). Riteniamo che si possa rinunciare a una per quanto nobile ma costosa sede sotto le Due Torri, per cercare altri spazi – in affitto, e non necessariamente in periferia – maggiormente confortevoli e accessibili. Soprattutto alla luce dell’attuale crisi del mercato immobiliare, e al crollo degli affitti in città. Una nuova sede con spazi grandi per il coworking e magari con possibilità di parcheggio per chi viene da fuori Bologna. Per questo l’Ordine dell’Emilia Romagna ha già accantonato interessanti risorse.
– Al posto del solito giornalino di carta dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, ancora troppo autoreferenziale, proponiamo la realizzazione di un vero sito d’informazione con notizie, storie, approfondimenti, multimedia, documentazione, denunce e dispense per la formazione on line. Così, con i soldi risparmiati per la stampa e la grafica, si trovano (e si pagano) più numerosi collaboratori per il web.
– Il nuovo Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna potrebbe essere uno spazio aperto, dove sperimentare per davvero il co-working: 7/8 postazioni per i giornalisti precari e free-lance, da utilizzare a turno e dietro un giusto rimborso spese.
– Perché i giornalisti pensionati, professionisti e pubblicisti, devono pagare solo metà della quota di iscrizione all’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna? Viste le attuali condizioni del mercato non sarebbe più giusto il contrario? Sarebbe un patto di solidarietà tra generazioni, concreto esempio di sussidiarietà tra colleghi.
3- Per una formazione pluralista
La formazione continua è diventata un obbligo per tutti i giornalisti. L’Ordine dovrà garantire la possibilità di scelta dei corsi, fissando criteri di qualità per l’accreditamento di agenzie formative pubbliche e private. Verso una rete di agenzie pubbliche e private
Visto il ruolo sempre più importante che la formazione sta avendo e avrà in un progetto nazionale di riforma delle professioni e di aggiornamento continuo in campo deontologico, per le tecniche e le nuove competenze della professione, con una particolare attenzione al multimediale, il ruolo dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna secondo #giornalismolibero dovrà essere sempre più quello di una struttura di accreditamento, che darà le regole e il riconoscimento formale e sostanziale a tutte quelle agenzie formative, pubbliche e private, che nella nostra regione chiederanno di essere accreditate. In questo contesto la Fondazione dell’Ordine dei Giornalisti, che vede nominati nel suo gruppo dirigente la gran parte degli attuali consiglieri dell’Ordine regionale, dovrà confrontarsi sul mercato, e con risorse proprie, con tutte le altre agenzie formative del territorio. Solo in questo modo si potrà costruire una ricca, pluralista, specializzata e autorevole rete di agenzie formative in regione e a livello nazionale.
– In questo senso priorità del nuovo Consiglio secondo #giornalismolibero sarà quello di sostenere, potenziare e sviluppare con nuovi progetti, e in collaborazione con l’Università di Bologna, la Scuola di Giornalismo “Ilaria Alpi” di Bologna. Maggiori risorse dovranno essere trovate per la concessione di significative borse di studio agli allievi meritevoli o con un reddito basso.
4 – Trasperenza e rete
Sedute del consiglio in streaming. Bilanci e documenti on line: per una gestione economica più trasparente
Tutti i documenti dovranno essere messi online, e le sedute del consiglio dovranno essere trasmesse in streaming e disponibili anche successivamente in rete, tolte le parti riguardanti procedimenti disciplinari in corso o dati sensibili. Chiarezza e trasparenza sono i requisiti per permettere a tutti di partecipare alla vita dell’ordine
#giornalismolibero sì impegnerà affinché i verbali dei consigli, documenti, bilancio e altro materiale utile agli iscritti siano pubblicati sul sito dell’Ordine (cosa che oggi non avviene). Per una nuova gestione economica più trasparente. Si propone soprattutto per gli iscritti non residenti a Bologna, l’utilizzo dello streaming video in occasioni particolari: assemblea annuale, consigli straordinari, corsi di formazione.
5 – Accesso alla professione
Lavorare per l’unificazione degli albi. La divisione tra pubblicisti e professionisti è obsoleta e ormai da superare
– #giornalismolibero crede che la divisione fra i 2 albi (pubblicisti e professionisti) sia obsoleta e che vada superata: giornalista è chi fa questo mestiere. Come risulta obsoleta quell’esclusività professionale imposta per legge, oggi sempre più lontana dalla realtà dei fatti. Il nostro impegno sarà dunque quello verso l’unificazione degli albi con un passaggio graduale dei pubblicisti che ancora fanno i giornalisti, e in generale gli operatori della comunicazione (portavoce, addetti stampa, ecc). all’albo dei professionisti. Per tutti gli altri vige l’articolo 21 della Costituzione italiana che al primo comma dice: « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
5 – Difesa legale dei giornalisti
Il nuovo Consiglio dell’Odg dell’Emilia-Romagna dovrà allocare più risorse per la difesa legale dei giornalisti (con particolare attenzione ai freelance e precari) e sostenere tutte le iniziative che attuano progetti di denuncia, monitoraggio e raccolta di informazioni sui giornalisti minacciati.
6 – Deontologia e regole: un nuovo sportello
Il nuovo Consiglio dell’Ordine dovrà aprire uno spazio, fisico e on line, di dialogo con i cittadini: sia con quelli che ritengono di essere stati vessati dai media, sia verso coloro che hanno voglia di conoscere meglio il lavoro del giornalista (pensiamo in particolare alle scuole, alle università e altre agenzie formative). Anche con iniziative pubbliche.
7 – Riforme e sostegno all’editoria indipendente
La prova d’esame per l’ammissione all’ordine è vecchia, va riformata e decentrata a livello regionale. Gli stage devono essere regolamentati, mentre va avviata una discussione sui fondi all’editoria indipendente.
– Il nuovo Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna si impegnerà per rilanciare a livello nazionale una nuova discussione sui fondi all’editoria indipendente a livello nazionale e locale.
– Contemporaneamente a livello nazionale servirà un forte impegno per la riforma dell’esame di Stato per diventare professionisti. Prova d’esame che dovrebbe essere decentrata a livello regionale.
– Servirà poi un costante monitoraggio da parte dell’Ordine sullo svolgimento degli stage curricolari e extra-curriculari in aziende editoriali; la revisione degli stage per gli allievi delle scuole di giornalismo e altre agenzie formative e nei rapporti con Università e Scuole di Giornalismo.
– Ordine e sindacato devono rimanere distinti
8 – Per un Ordine con una dimensione culturale
In uno slogan: “Prima cittadini, poi giornalisti”. L’Ordine dovrà sostenere iniziative culturali e premi giornalistici, ad esempio l’Ilaria Alpi di Riccione.
#giornalismolibero crede in una professione che ci veda protagonisti anche come cittadini, come uomini e donne, e non solo nel nostro ristretto ambito professionale. Con uno slogan potremmo dire “prima cittadini, poi giornalisti”. In questo senso il nuovo Consiglio sosterrà iniziative culturali e premi giornalistici, con una particolare attenzione al Premio Ilaria Alpi di Riccione, volte al confronto sui temi dell’informazione, la dignità della professione, le nuove tecnologie, il giornalismo di guerra, il giornalismo antimafia, il giornalismo sociale, il citizen journalism, i blogging e tutte le altre forme di giornalismo multimediale.
Candidatura singola al Consiglio nazionale del professionista Francesco Rossi
Sono Francesco Rossi, giornalista professionista, e su richiesta di alcuni colleghi – giunta negli ultimi giorni preelettorali – ho accettato di candidarmi al consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Non sono in una delle “liste” che si presentano: non per volontà di stare all’opposizione, ma semplicemente perché il voto va alle singole persone e, quindi, penso che vadano valutati uno per uno i candidati che si sceglie di votare.
CHI SONO. Nato a Bologna 34 anni fa, ho cominciato le collaborazioni giornalistiche nel 2000. Dal 2003 collaboro con l’Agenzia SIR (Servizio informazione religiosa), con incarichi crescenti nel tempo, ma sempre come free lance. Nello stesso anno venni ammesso alla Scuola superiore di giornalismo, dove ho svolto il praticantato; dal 2006 sono professionista. Oltre al Sir, sono redattore della rivista I Martedì, collaboro con Il Regno e diverse altre testate locali e nazionali, occupandomi non solo d’informazione religiosa, ma pure di cronaca (per alcuni mesi, lo scorso anno, ho girato in lungo e in largo l’Emilia come inviato durante e dopo il terremoto) e comunicazione (ho seguito le problematiche relative alle tariffe postali e al taglio dei fondi all’editoria; inoltre dal 2011 sono nel Consiglio direttivo dell’Emilia Romagna dell’Ucsi – Unione cattolica della stampa italiana).