Sindacato dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna dal 1905

Addio a Dalla Vite, celebre firma della “Rosea”. Aveva 88 anni

Si è spento a 88 anni Raffaele Dalla Vite, apprezzatissimo giornalista sportivo e celebre firma della Gazzetta dello Sport e prima de Il resto del Carlino. Oltre che un fedelissimo socio dell’Aser.

Grande esperto di Formula 1, era uno dei più profondi conoscitori di Michael Schumacher che imparò l’italiano proprio grazie all’aiuto di Dalla Vite. Raffaele seguiva con competenza anche il calcio ed era diventato amico di Diego Armando Maradona, assieme al quale un anno trascorse le vacanze di Natale.

A  ricordo di Raffaele Dalla Vite, il collega Alberto Bortolotti ha scritto un testo sulla pagina Facebook del Gergs, il Gruppo dei giornalisti sportivi dell’Emilia-Romagna associati all’Aser.  Lo riproponiamo di seguito.

Uno dei giornalisti più charmant del panorama petroniano, ma certamente anche del plateau professionale che offriva la Rosea ai bei di.

Raffaele Dalla Vite, bolognesissimo, nasce, ad agosto del ‘36, e cresce nella zona della città più piena di monasteri e conventi di clausura, la parte centrale di Via Saragozza, dietro il celeberrimo collegio di Spagna. Lui, inappuntabile, percorreva il centro con andatura sicura e un grande favore femminile. Leggendarie alcune trasferte nei racconti di suoi compagni di età e avventure professionali. In primis il Civ, altro grande camminatore del percorso felsineo “intra moenia”.

Si avvia al percorso giornalistico cominciando dal ruolo più propedeutico, oggi – ovviamente! – scomparso, e cioè il correttore di bozze.

Dal Carlino decolla verso la Gazzetta per occuparsi prima di calcio e poi di motori. Leggendario il suo sguardo divertito e sempre attento accanto a Michael Schumacher e Jean Todt negli anni d’oro del Cavallino di Montezemolo, un altro che viene da Via Saragozza.

Lascia il testimone al figlio Matteo, ottima discendenza di un padre curioso, scrupoloso, mai in ritardo su una notizia. Matteo e Michela, l’altra figliola, troveranno sempre qualcuno che lo ricorderà con un sorriso e un “zigalino” – pianto, in bolognese – che profumano di cose buone, di gente di una volta.

Alberto Bortolotti

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