Addio a Paola Rubbi, fu Presidente dell’Aser e ai vertici Casagit. I ricordi
La scomparsa di Paola Emilia Rubbi è una notizia dolorosa per il Sindacato dei giornalisti, anche se, purtroppo, il suo stato di salute era stato gravemente compromesso già mesi fa. Paola, infatti, è stata Presidente dell’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna per due mandati. Così come è stata ai vertici della Cassa sanitaria integrativa dei giornalisti italiani avendo fatto parte del Collegio dei sindaci della CASAGIT.
Paola Rubbi divenne Presidente dell’ASER in un momento difficile, di rottura all’interno del Sindacato nazionale e regionale, subentrando ad Aldo Ferrari, da tutti conosciuto come “Aldone”, altra figura di rilievo della nostra storia associativa. Allora i giornalisti emiliano-romagnoli si divisero in due liste contrapposte, anche in conseguenza di polemiche e contrapposizioni all’interno della FNSI, ma sono convinto che se quella rottura fu riassorbita negli anni seguenti lo si deve proprio a Paola, alla sua capacità ed intelligenza.
Aveva una immagine pubblica consolidata. Conduttrice del Telegiornale regionale della Rai fin dal suo avvio, proveniva dalla redazione dell’Avvenire, giornale per il quale aveva seguito l’attività amministrativa locale costruendo rapporti positivi con molti esponenti della vita pubblica bolognese. I suoi 16 anni di presenza in Rai ed in conduzione l’avevano accreditata all’esterno della categoria come una signora che, con modestia ed affabilità, leggeva le notizie del TG. Come lei stessa ebbe a dire in una intervista trasmessa proprio dalla Rai i telespettatori “la consideravano una vicina di casa che ogni tanto leggeva le notizie in televisione”. Per queste sue caratteristiche, quando girava per la città in tanti la salutavano e la fermavano, come mi è capitato di constatare direttamente trovandomi ad accompagnarla in qualche occasione.
Paola era l’amica con la quale si scherzava e si andava volentieri a cena. Apprezzava la cucina ed era a suo agio in compagnia di amici e colleghi. Era assolutamente vitale.
Ma questa parte della sua personalità non deve far trascurare le altre caratteristiche di Paola che erano quelle di avere una personalità ben decisa ed una cultura non comune supportata da una brillante intelligenza.
Ricordo che nei rapporti interni al sindacato nel quale ho avuto la fortuna di essere suo vice-Presidente durante i due mandati per poi sostituirla nel ruolo di Presidente regionale, Paola Rubbi, se lo riteneva necessario, era capace anche di richiami duri e decisi. A me capitò un paio di volte.
La sue caratteristiche di dirigente dei nostri organismi di categoria sono state messe in secondo piano proprio da quella sua immagine pubblica di signora e cittadina semplice allo stesso tempo.
Voglio ricordare un episodio che sottolinea la sua capacità di dirigente che sa tutelare i propri collaboratori.
Durante una trattativa in una tv regionale nella quale io guidavo la delegazione dell’ASER su delega della Presidente, appunto Paola, i rappresentanti aziendali considerarono le mie posizioni come troppo “dure e rigide” ed insistettero perché agli incontri successivi vi fosse anche la Presidente, probabilmente pensando ad una maggiore disponibilità al dialogo. Paola Rubbi si presentò e diede una lezione all’azienda più pesante che se avesse rifiutato l’invito respingendo al mittente le istanze aziendali e confermando pienamente quanto sostenuto fino a quel momento dalla delegazione sindacale. E lo fece con una fermezza perfino eccessiva affinché il messaggio fosse chiaro.
Paola era credente, ma sapeva avere un rapporto positivamente laico con il mondo senza per questo essere “meno” cristiana. Altra caratteristica che le ha consentito di intessere tanti rapporti umani e profondi con persone di altre convinzioni e culture rispetto alla sua.
E’ davvero difficile pensare che Paola ci abbia lasciati. Per noi che restiamo l’impegno è non dimenticarla.
Giovanni Rossi
Paola Rubbi era soprattutto una donna simpatica. Non solo perché era brillante e spiritosa, sempre col sorriso sulle labbra, ma proprio perché sapeva condividere i sentimenti con gli altri.
E’ stata la prima donna in Emilia-Romagna (e credo in Italia) a ricoprire la carica di presidente dell’Associazione regionale di Stampa e aveva doti sindacali non comuni proprio per la sua capacità di comunicare con tutti e saper trovare mediazioni.
Bologna le deve molto, perché Paola ha amato tanto la sua città e ne ha scritto spesso. I suoi articoli e i suoi libri su Bologna testimoniano questo amore, oltre alla sua grande cultura. Eppure lei era alla mano e pronta a confrontarsi con tutti.
E’ stata anche la prima vera anchor woman del Tg Rai dell’Emilia-Romagna, dimostrando che per esserlo non occorre essere giovani e perfette, ma avere garbo e trasmettere simpatia, appunto. E Paola “bucava lo schermo”, anche se aveva la erre moscia e ogni tanto le sfuggiva un’inflessione bolognese.
Le piaceva stare in compagnia e sapeva starci perché era quasi sempre colei che “teneva banco”. Con i colleghi più giovani aveva un affetto quasi materno, li chiamava “i miei bambini” e con loro era collega, maestra e amica, sempre pronta a proteggerli, a dare un consiglio, un aiuto.
In questi casi si dice che chi se n’è andato lascia una vuoto. Paola, no. Paola Rubbi lascia una pienezza di idee, di stile, di educazione, di impegno di cui bisognerà fare tesoro e per la quale la ricorderemo. Insieme al suo sorriso.
Serena Bersani