Agenzia Dire, giornalisti in sciopero contro i mancati stipendi e il piano di esuberi. Aser: “Al fianco dei colleghi”

Giornaliste e giornalisti dell’agenzia Dire incrociano le braccia per protestare contro mancati stipendi ed esuberi. L’assemblea dei redattori «ritiene inaccettabile il mancato pagamento degli stipendi di novembre e dicembre e per questo proclama oggi una giornata di sciopero, tornando a chiedere all’azienda di procedere al più presto con il saldo dei pagamenti», si legge in una nota pubblicata sul sito web dell’agenzia mercoledì 11 gennaio 2023.

“La nostra massima solidarietà alle colleghe e ai colleghi dell’Agenzia Dire in sciopero – si legge in una nota dell’Aser – pensare di svolgere un compito fondamentale come quello affidato all’informazione primaria a partire da tagli ed esuberi senza nessuna iniziativa di rilancio equivale a calpestare non solo il lavoro e i lavoratori stessi, ma mette a rischio la continuità produttiva dell’agenzia. Saremo al fianco dei colleghi e delle colleghe nelle loro azioni di lotta e invitiamo sin da subito l’editore a tornare sui propri passi e a provvedere quanto prima alle spettanze non pagate fino a qui”

«Alla situazione già gravissima del ritardo nei pagamenti – incalzano i giornalisti – si è aggiunto lo sconcerto per la proposta di piano di riorganizzazione presentata ieri pomeriggio dall’azienda e ricevuta dal Cdr, che individua circa 20 esuberi. L’assemblea dell’agenzia di Stampa Dire esprime netta contrarietà nei confronti di questo documento, che presenta profili fortemente discriminatori e punta a spaccare lo spirito di solidarietà interno alla redazione. Non pone inoltre nessuna iniziativa per il rilancio e la sostenibilità dell’attività dell’azienda, eludendo gravi criticità a livello organizzativo».

Il documento, proseguono i redattori, «prevede solo tagli al personale e alle redazioni, ponendo a grave rischio la continuità delle attività nelle diverse unità produttive, e svilisce in maniera intollerabile i sacrifici compiuti dal corpo redazionale in questi mesi con i contratti di solidarietà. Nel documento sono inoltre presenti diverse incongruenze sull’effettiva copertura economica delle attività legate ai territori».

L’assemblea ribadisce quindi «la necessità di trovare soluzioni eque e non discriminatorie, rifiutando la possibilità di una cassa differenziata tra redattori, in percentuale e per redazione, stigmatizzando la quasi totale esclusione delle figure apicali dal coinvolgimento nella cassa tranne in un caso di un caporedattore previsto a zero ore» ed esprime «forte preoccupazione per la tenuta dell’attività, alla luce di un’ipotesi di piano che segna solo un netto arretramento del posizionamento dell’agenzia e getta pesanti ombre sul futuro della Dire».

Per questi motivi, l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti dell’agenzia di stampa, oltre alla prima giornata di protesta, ha già deliberato un secondo giorno di sciopero da proclamare a breve in assenza di notizie positive sugli stipendi e lo sciopero ad oltranza delle firme e l’astensione dal caricamento dei pezzi sul sito internet per i redattori che non fanno parte della redazione web.

“Esprimo solidarietà ai giornalisti dell’Agenzia di stampa Dire e a tutti coloro che vi lavorano. Si tratta di una realtà nazionale fortemente radicata nei territori, a partire dall’Emilia-Romagna e dalla redazione di Bologna. Auspico davvero che si possano creare condizioni che evitino l’impoverimento editoriale di una testata importante nel panorama dell’informazione italiana e che garantiscano la piena salvaguardia occupazionale e dei diritti acquisiti”. Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, nel giorno in cui scioperano i giornalisti della Dire.

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