Arrivati i licenziamenti all’Agenzia Dire, la solidarietà di Fnsi e Aser: «Sono illegittimi e ingiustificati». Sindacato a fianco dei colleghi rimasti senza lavoro. Aser dà mandato ai propri avvocati per assisterli in tribunale

Fnsi e Aser esprimono solidarietà ai colleghi dell’agenzia di stampa Dire, in sciopero il 29 dicembre 2023 dopo il licenziamento di 14 giornalisti firmato dal nuovo amministratore delegato Stefano Pistilli per conto dell’editore Stefano Valore. Licenziamenti che la Federazione nazionale della stampa continua a definire illegittimi e ingiustificati perché l’azienda ha perseguito ostinatamente questo obiettivo senza mai valutare alternative e respingendo ogni proposta arrivata dai sindacati. Va poi rimarcato che la Dire, così come le altre agenzie di stampa, potrà contare nel 2024 su robusti contributi pubblici dalla presidenza del Consiglio. È inaccettabile quindi che si permettano licenziamenti in una realtà che gode di risorse statali e che lascia senza stipendio 14 colleghi, motivando il taglio come unica soluzione per salvare tutta la redazione: 14 famiglie private di uno stipendio a tre giorni dal Natale.

“Se l’agenzia si trova in una situazione di difficoltà – si legge nella nota della Fnsi – la colpa non è dei giornalisti: dopo essersi ridotti per due anni lo stipendio attraverso contratti di solidarietà per aiutare i vertici aziendali a far quadrare i bilanci, dopo aver ricevuto per oltre un anno gli stipendi a singhiozzo, dopo aver atteso un piano di rilancio annunciato più volte e mai realizzato, ancora una volta la redazione paga le scelte strategiche sbagliate dell’azienda. Come sempre gli editori pensano di sistemare i conti solo riducendo i dipendenti, ma non capiscono che sono i giornalisti con il loro lavoro il vero punto di forza delle aziende editoriali: per uscire dalla crisi occorre un’informazione di qualità, non un ridimensionamento continuo delle redazioni. A tutto questo si aggiunge il fermo amministrativo dei contributi del ministero dell’istruzione e la sospensione degli stessi decisa dal Dipartimento dell’editoria che aumenta le incertezze all’interno della redazione”.

La Fnsi ha ribadito al sottosegretario all’Editoria, Alberto Barachini, l’invito a vincolare l’erogazione dei fondi pubblici alle sole agenzie che non licenziano e ha invitato le istituzioni a intervenire “su questo caso emblematico di mala gestione di soldi dei cittadini (considerato che gli editori continuano a invocare finanziamenti statali senza mai investire)”.

Chiedendo all’editore di ritirare immediatamente i licenziamenti, Fnsi, Aser e le altre Associazioni regionali di stampa hanno annunciato che affiancheranno i colleghi rimasti senza lavoro in tribunale, per opporsi a questa decisione aziendale e sosterranno la redazione in tutte le azioni di lotta che deciderà di mettere in campo, a partire dalle altre due giornate di sciopero già programmate per il 4 e l’8 gennaio prossimi. Da parte sua, Aser ha anche dato mandato ai propri avvocati  di difendere in ogni sede i colleghi e di impugnare i licenziamenti.

 

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