Ancora minacce per Giovanni Tizian al processo a un uomo ritenuto legato alla ‘ndrangheta
“Ho avuto la custodia in carcere per un giornalista, non c’è una denuncia, non c’è un capo di imputazione. Mi devo difendere. Non posso riassumere 14 mesi di ingiustizie, rispondo di cose inesistenti”. Così in dichiarazioni spontanee Nicola Femia, ritenuto legato alla ‘Ndrangheta e a capo di un’organizzazione dedita al gioco illegale in un processo a Bologna, imputate 23 persone, 13 per associazione a delinquere di stampo mafioso. Riferendosi, senza nominarlo, a Giovanni Tizian, cronista sotto protezione. Nell’inchiesta ‘Black Monkey’, coordinata dal pm Francesco Caleca, Femia fu intercettato mentre parlava di Tizian con un altro indagato, Guido Torello, dopo articoli sulla Gazzetta di Modena che non aveva gradito.
“In mezza pagina parla di me questo giornalista, ed è già la seconda volta in due anni. Dice… un esponente della ‘ndrangheta, poi questa cosa dei giochi..”, diceva Femia a Torello nella telefonata registrata. E il faccendiere gli rispondeva: “Va bene, mi dici come si chiama il giornale e il nominativo. E lo facciamo smettere immediatamente. Ci penso io, ce l’hai copia?”. E aggiungeva: “Ti dirò che c’è un giornalista che rompe le balle ad una persona che mi sta aiutando, poi ti dirò chi è. O la smette o gli sparo in bocca, perché è una persona che mi sta dando una mano”. Parole che fecero scattare le misure di protezione.
Femia, ancora detenuto, ieri era in aula dove erano presenti anche diversi studenti e appartenenti alla associazione Libera. Femia ha parlato proprio della campagna dell’associazione antimafia, che distribuiva alcuni volantini e adesivi con l’immagine di una scimmia – chiaro riferimento a ‘Black Monkey’ – e l’invito a partecipare al processo: “Pure le scimmiette – ha detto l’imputato – È una vergogna. Se ho commesso un reato è giusto che paghi. Chi sbaglia deve pagare – ha poi aggiunto – Sbaglia Femia? Deve pagare Femia. Sbaglia il giornalista? Deve pagare il giornalista”.