Appello dei lavoratori dell’Unità: “Guardate quella testata…”
Pubblichiamo la lettera-appello scritta agli azionisti dell’Unità dai lavoratori del giornale da molti mesi in grave difficoltã:
“Ci rivolgiamo a tutta la compagine azionaria dell’Unità, i vecchi e i nuovi soci, tra cui il Pd, che oggi tiene la sua Direzione. Da troppo tempo l’Unità vive in condizioni precarie. Il nostro lavoro, le nostre vite sono quotidianamente appese a un filo. Siamo preoccupati per noi e per le nostre famiglie, come tanti lavoratori in questa Italia in piena recessione. Ma quello che vorremmo dirvi ancor prima di parlare dei nostri posti di lavoro perennemente a rischio è di fermarvi un attimo e prendere in mano il giornale.
Guardate quella testata. È una testata storica, il prossimo anno compirà 90 anni. È un pezzo importante della storia d’Italia, un mattone prezioso della sinistra e del Paese. Le generazioni di giornalisti che ci hanno preceduto, hanno raccontato l’Italia segnandone il panorama politico ed editoriale. Una ricchezza per tutti. Una ricchezza che ha tenuto vivo il pluralismo. C’è ancora bisogno di un quotidiano di nome Unità. Libero e plurale, autonomo, rigoroso, colto e coraggioso. Vogliamo farlo vivere? Averne cura come si farebbe con un bene prezioso di famiglia?
Noi redattori e poligrafici siamo pronti. Abbiamo accettato sacrifici, li stiamo facendo e siamo pronti a fare la nostra parte ancora una volta. Non ci spaventa l’innovazione, non ci spaventa rimboccarci le maniche. Tocca anche a voi decidere il destino di questo patrimonio culturale.
Ormai da mesi all’interno della compagine azionaria – di cui il Pd fa parte – è in atto un braccio di ferro ispirato a logiche che ci paiono poco chiare – certo non aziendali e tantomeno culturali – che ha di fatto bloccato la ricapitalizzazione annunciata già da tempo.
Le conseguenze di questi atteggiamenti potrebbero essere fatali non solo per noi, per i giornalisti e i poligrafici che al giornale lavorano, ma per la vita stessa de l’Unità e per ciò che questa testata continua a rappresentare.
Trattare così un bene pubblico come un giornale comporta responsabilità pesanti: su questo vi chiediamo di riflettere e di darci risposte in tempi brevi.
Il Cdr e la Rsu”