Aser: “Ritirare i licenziamenti a Radio Bruno”, a rischio 3 giornalisti della sede di Bologna

Bologna, 16 febbraio 2022

Comunicato stampa

Una telefonata di meno di un minuto per comunicare un licenziamento: grazie, chiudiamo, non abbiamo più bisogno di te. E’ successo a Radio Bruno, emittente radiofonica regionale, dove è stato comunicato ai tre giornalisti della sede di Bologna (due colleghe e un collega, assunti a tempo indeterminato con contratto Aeranti-Corallo Fnsi) appunto l’interruzione immediata del rapporto di lavoro, oltre alla chiusura della sede locale.

La radio di Carpi (Modena), infatti, ha deciso di riorganizzare l’attività giornalistica tagliando alcune redazioni sparse per la regione e mettendo sulla strada i giornalisti che ci lavorano. L’attività quindi verrà concentrata a Carpi, dove sono in forza 7 giornalisti, ma non si escludono anche qui interventi drastici. Ancora una volta queste comunicazioni sono avvenute senza un confronto con i giornalisti interessati e con i sindacati, per cercare soluzioni alternative alla perdita del posto di lavoro. Dietro a questa decisione ci sono motivazioni economiche (così è stato detto informalmente) che penalizzano la vita di professionisti del settore dell’editoria. Con una lettera chiederemo all’editore, Gianni Prandi, di rivedere questa decisione e abbiamo dato mandato ai nostri legali di valutare una denuncia per comportamento antisindacale visto che i licenziamenti sono arrivati all’improvviso e senza mai avere prima comunicato a lavoratori e sindacati i problemi che investivano l’emittente. La lettera ufficiale di licenziamento è datata 7 febbraio. Allo stesso tempo ancora una volta chiediamo alle istituzioni e alla politica di prendere posizione (duramente) anche sulle crisi aziendali che tempestano il mondo dell’editoria, anche in una regione ricca come l’Emilia Romagna: troppo facile indignarsi per le grandi vertenze che hanno una ribalta nazionale e dimenticarsi invece di questi piccoli ma devastanti colpi a un settore determinante per la democrazia come quello dell’informazione.

Matteo Naccari presidente Aser

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