Assemblea dei soci, la relazione del presidente Naccari: “Tempi difficili, Aser cresce con l’aiuto di tutti”. Ok a bilancio 2020 e consuntivo 2019
BOLOGNA – Con tutte le accortezze necessarie in epoca di Covid, nell’ampio spazio multifunzionale di Ateliersì, in via San Vitale a Bologna, si è tenuta oggi, giovedì 24 settembre, la prima Assemblea dei soci dell’Associazione Stampa Emilia-Romagna con Matteo Naccari presidente.
L’assise è stata aperta dall’introduzione del presidente Naccari (il cui intervento è riportato qui di seguito, sotto) ed è proseguita con la relazione del tesoriere, Marina Amaduzzi e con l’approvazione del conto consuntivo 2019 e del bilancio preventivo 2020.
Spazio per gli approfondimenti sugli enti di categoria con le relazioni del fiduciario Casagit, Claudio Cumani, e Inpgi, Luca Zurlini. Interventi, tra gli altri, anche del presidente dell’Odg Emilia-Romagna, Giovanni Rossi.
Focus, nel corso del dibattito, anche sulle vertenze sindacali in Emilia-Romagna e sulle iniziative dell’associazione per il 2021, con alle porte le celebrazioni di Conselice del primo ottobre.
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Qui di seguito, potete leggere l’intervento del presidente Aser, Matteo Naccari, all’Assemblea dei soci del 24 settembre 2020.
Care colleghe, cari colleghi,
apro questa mia prima assemblea da presidente con un ringraziamento sincero a tutti voi per la fiducia che avete riposto in me. Non l’ho mai fatto prima, dopo la mia elezione, a tutti insieme durante un appuntamento ufficiale: credo sia doveroso ora, considerato l’aiuto che mi avete dato nel mio primo anno – abbondante – di mandato.
Questi 16 mesi hanno profondamente cambiato il mondo dell’editoria e la crisi provocata dal Covid ha messo ancora una volta in evidenza uno dei problemi principali che come un fardello si porta addosso la nostra professione: la precarietà del lavoro, dilaniata da una serie di contratti deboli, atipici, fragili che non riescono a tutelare nessuno nelle fasi di emergenza. Non mi stancherò mai di criticare chi ha sbandierato la flessibilità come la madre di tutte le soluzioni per la carenza di lavoro: nei mesi di lockdown che si sono portati dietro lo stop a tantissime attività del settore giornalistico (dagli uffici stampa all’organizzazione di eventi, ai quali aggiungere la riduzione di pagine nei giornali e dei palinsesti nelle televisioni e nelle radio) chi ha sofferto di più (drasticamente) è stato proprio chi non aveva il posto fisso.
Collaboratori, free lance, precari si sono ritrovati senza entrate e senza prospettive, abbandonati a un’inesistente rete di tutele. Credo che proprio questa sia la sfida presente che dobbiamo affrontare con tutte le nostre forze, affiancando questa battaglia e questo impegno alla difesa dei cosiddetti rapporti di lavoro strutturati sotto l’ombrello dei contratti firmati dalla nostra Federazione. Migliorare le condizioni dei collaboratori, garantirgli un vero e robusto sostegno al reddito nelle fasi di emergenza deve essere un obiettivo da perseguire da parte di tutti. Ne va della nostra dignità, anche di professionisti. Ci proveremo.
Gli iscritti all’Aser si sono attestati attorno al migliaio. Siamo stati tra le poche associazioni nel panorama nazionale che ne hanno aumentato il numero. Chi lascia il sindacato non lo fa per motivi ideologici, viene cancellato per morosità, alla fine di tre anni dove non versa quote. In molti casi una scelta dettata proprio dalle ristrettezze economiche che pesano sui giornalisti. Chi si è iscritto di recente, e ne sono felice, è spesso senza un posto fisso, è sfruttato e mal retribuito: in noi ripone fiducia e spera che col nostro lavoro anche le sue condizioni possano migliorare.
L’emergenza Covid ci ha colpito. Sono una trentina gli accordi di cassa integrazione firmati in questi mesi, intese che toccano centinaia di colleghi. Poche le realtà rimaste illese: qualche giornale, alcune televisioni, praticamente nessuna radio.
Abbiamo dato un contributo una tantum a 35 colleghi che erano rimasti senza reddito, attingendo all’utile messo da parte nel 2019. Un segnale. Ridotti gli aiuti da parte delle istituzioni: un po’ di contributi a pioggia sono arrivati dalla Regione, finendo però nelle tasche degli editori e non dei giornalisti. Speriamo che si riesca a costruire meglio la nuova legge sull’editoria dell’Emilia Romagna, faremo la nostra parte nel confronto con chi ci governa.
L’associazione è viva, gli uffici funzionano (grazie alle colleghe che seguono anche Inpgi e Casagit), le vertenze sono quotidiane, anche per singoli giornalisti; abbiamo cercato di stringere di più i legami con i comitati di redazione, ci stiamo organizzando nella formazione, nella comunicazione attraverso internet, nell’affiancamento e nella consulenza con sportelli che cercheremo di ampliare sempre più negli argomenti e negli orari. Di errori ne abbiamo fatti e ne faremo, ma sono felice del clima di collaborazione che si è creato tra noi, con opinioni diverse, certo, ma sempre costruttive. E’ segno di maturità.
Abbiamo risorse – frutto dell’ottima gestione degli anni passati (ringrazio chi mi ha preceduto) e della mancanza di sprechi – per poter fare tantissime cose, radicandoci ancora di più sul territorio (ottimo il lavoro dell’associazione di Forlì e Cesena, vogliamo che presto rinasca anche quella di Ferrara), difendendo i contratti, l’etica professionale la nostra dignità: gli spazi ci sono, il lavoro è tanto e quindi vi invito a farvi avanti e a proporre attività e iniziative.
Abbiamo bisogno di farci conoscere, lo abbiamo fatto organizzando conferenze ed eventi, però non è mai abbastanza. Conto quindi sul vostro aiuto e dalle idee che arriveranno dal confronto col direttivo e con tutti gli iscritti alla nostra Aser.
Buon lavoro
Matteo Naccari
presidente Associazione stampa Emilia Romagna