Assemblea dei soci Aser, Naccari: “Giornalisti fondamentali per la democrazia”
L’annuale assemblea dei soci Aser ha approvato i bilanci (consuntivo 2021 e preventivo 2022) e approvate le modifiche allo Statuto Aser.
Qui di seguito la relazione del presidente Aser, Matteo Naccari.
Care colleghe, cari colleghi,
questa assemblea arriva a pochi giorni da un’iniziativa che reputo tra le più importanti e significative tra quelle organizzate in questi ultimi anni: l’inaugurazione, a Conselice, del portale internet dell’Osservatorio sulla libertà di stampa. E’ qualcosa di unico nel panorama italiano perché, insieme con il Comune della cittadina romagnola e la Fnsi, gestiremo uno strumento che ci permetterà di raccogliere le minacce e le intimidazioni ai giornalisti e soprattutto di intervenire. Questi fenomeni, odiosi, sono in aumento ed è doveroso, quindi, da parte di un sindacato affrontarli: siamo tra i pochi che hanno deciso di farlo concretamente. Dobbiamo esserne orgogliosi e soprattutto dobbiamo impegnarci affinché l’Osservatorio funzioni e sia conosciuto.
L’Osservatorio segue altre iniziative promosse in questo ultimo anno che hanno avuto al centro i precari, parte debole della categoria. Tra i giornalisti minacciati sono tra i più esposti e hanno bisogno di tutele. Lo abbiamo fatto anche in Tribunale, sostenendo le spese legali, quando necessario, e affiancandoli, anche umanamente. Il rischio maggiore che si corre in queste situazioni è sentirsi soli e noi dobbiamo evitarlo: ci abbiamo provato e continueremo a farlo.
L’associazione è assestata sul migliaio di iscritti, c’è ricambio con anche molti giovani colleghi che si sono avvicinati al sindacato. Il nostro compito è quello di lavorare al servizio dei giornalisti, perché il sindacato di servizio è l’unico che deve, a mio parere, esistere, lontano da logiche politiche e di potere. Siamo chiamati a questo ruolo per risolvere problemi, in un contesto disastroso per l’economia.
In Emilia Romagna ci sono centinaia di giornalisti in cassa integrazione, negli ultimi dodici mesi sono stati avviati piani di prepensionamento in realtà importanti come l’Editoriale nazionale (che edita il Resto del Carlino, il Quotidiano nazionale e Quotidiano.net), la Sae (Gazzetta di Modena, Gazzetta di Reggio e Nuova Ferrara) e la Gazzetta di Parma, ci sono stati licenziamenti, come a Radio Bruno e a Tele Appennino Parma, fallimenti, come alle edizioni dehoniane, che si sperino trovino presto un compratore serio, senza contare le crisi storiche di altre importanti testate, come ad esempio Telesanterno. Insomma, il quadro è nero in un disinteressamento galoppante della politica locale che fatica a convocare i tavoli di crisi, si vergogna di prendere posizione pubblicamente e che, soprattutto, fa finta di niente davanti a centinaia di famiglie che rischiano di restare senza lavoro o di avere buste paga sempre più risicate.
Noi giornalisti non siamo una casta, anzi, centinaia hanno stipendi da fame, anche se contrattualizzati a tempo indeterminato, e altri, i cosiddetti freelance, spesso hanno difficoltà a mettere insieme una retribuzione che arrivi a mille euro al mese. E’ una vergogna. Così come lo è, spesso, il comportamento di certi editori che hanno come unica missione quella di tagliare il costo del lavoro, spesso con imposizioni illegali, così come nel caso di eTv condannata per comportamento antisindacale, in una causa promossa dall’Aser, dopo aver deciso unilateralmente di stracciare l’integrativo aziendale.
Il giornalismo si trova ora in un cambiamento epocale in un periodo della sua storia nel quale la fame di informazione è enorme. La multimedialità sta profondamente trasformando il nostro mondo e lo dimostrano ad esempio le trattative in corso per normare il cosiddetto lavoro agile, o smart working, strascico anche della pandemia. A luglio l’Inpgi 1, il nostro istituto previdenziale, entrerà a far parte dell’Inps trascinandosi dietro una marea di problemi organizzativi non ancora risolti.
L’associazione chiude l’ennesimo bilancio con un robusto attivo, ma appunto per i mancati introiti – i rimborsi per pratiche e assistenza – che potrebbero derivare da questo passaggio all’Inps avrà davanti anni difficili. Anche grazie a chi ha preceduto questo direttivo, le nostre casse sono in salute e ci permettono di affrontare senza patemi il presente, consapevoli che però il futuro è pieno di incognite e che sarà necessario operare dei tagli e dei risparmi, mantenendo però alto il livello dei servizi.
Davanti, prima del congresso della Fnsi, che si terrà nel febbraio del prossimo anno, abbiamo altri otto mesi di lavoro che tra i tanti temi sul tavolo avrà anche, speriamo, quello dell’organizzazione appunto del congresso nazionale (abbiamo candidato Riccione per ospitarlo). L’impegno proseguirà anche su as
petti particolari come quello degli uffici stampa pubblici (insieme all’Ordine abbiamo organizzato un gruppo di lavoro che se ne sta occupando), il rinnovo dei nostri contratti nazionali (con Fieg e Aeranti Corallo) oltre doverosamente a un’assistenza quotidiana a chi crede in noi.
Ritengo che il giornalista abbia un grande futuro, lo credo perché il nostro è un lavoro fondamentale per la democrazia. E, a nome di questo direttivo, dico senza timore che il nostro impegno a difesa della categoria e della nostra professione sarà totale.In vista dei rinnovi, l’Aser è aperta a chiunque abbia intenzione di impegnarsi per la categoria. Ringrazio Lucia e le colleghe per l’impegno che quotidianamente mettono a favore degli iscritti, così come ringrazio i colleghi di Ordine, Inpgi e Casagit per la collaborazione.
Vi auguro buon lavoro
Matteo Naccari,
presidente Associazione stampa dell’Emilia Romagna