Bologna, due sentenze in favore dei giornalisti. La soddisfazione dell’Aser

Riconosciuto il lavoro subordinato ex articolo 1 di due colleghi impiegati per anni in importanti realtà della regione. Per l’Assostampa «questa è la strada giusta per migliorare le condizioni di lavoro di tutta la categoria, evitando soprusi e inquadramenti illegali all’interno delle redazioni e degli uffici stampa».

L’Associazione stampa Emilia-Romagna esprime «soddisfazione per due sentenze del Tribunale di Bologna, sezione Lavoro, che hanno riconosciuto il lavoro subordinato ex articolo 1 del contratto di lavoro giornalistico di due colleghi impiegati per anni in importanti realtà della regione».

La prima sentenza, spiega una nota del sindacato regionale, riguarda un collega inquadrato al Resto del Carlino come corrispondente ex articolo 12 che invece ha lavorato per anni in redazione, abusivamente, e per il quale il giudice, nella sua sentenza, ha non solo stabilito la sua assunzione a tempo indeterminato come ex articolo 1, ma anche il pagamento delle mancate retribuzioni dal 2017 ad oggi.

La seconda invece ha stabilito l’attività lavorativa di natura subordinata di un collega dal 2003 al 2018 che svolgeva il proprio incarico come collaboratore nell’Azienda Usl di Bologna e in Regione. Anche in questo caso è stato stabilito il pagamento delle differenze retributive.

«Due sentenze – rileva l’Assostampa – che hanno messo in luce ancora una volta le situazioni di illegalità che vivono tantissimi giornalisti che però hanno visto riconosciuti i propri diritti in tribunale. Come sindacato siamo convinti che questa sia la strada giusta per migliorare le condizioni di lavoro di tutta la categoria, evitando soprusi e inquadramenti illegali all’interno delle redazioni e degli uffici stampa. Non è semplice per un giornalista affrontare cause come queste, lunghe e logoranti psicologicamente, ma siamo convinti che stando loro vicini e supportandoli come sindacato, con l’aiuto di legali esperti e autorevoli convenzionati con l’Aser, si possano ottenere risultati concreti».

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