Bologna, mercoledì 13 marzo si scopre una lapide per Graziella Fava, vittima 45 anni fa dell’attentato alla sede dell’Associazione stampa

Sono 45 anni che Graziella Fava perse la vita a seguito dell’attentato che tre terroristi perpetrarono contro la sede bolognese dell’Associazione della stampa Emilia-Romagna e Marche. Un gesto vile, ancora impunito, compiuto per colpire la libertà di stampa e la democrazia. L’incendio fu appiccato dai terroristi il 13 marzo 1979, per distruggere incartamenti e attrezzature. E per uccidere, visto che l’impiegato dell’Associazione e la vedova di un giornalista entrata negli uffici per chiedere informazioni furono rinchiusi in un ripostiglio. Il rogo costò invece la vita alla cinquantenne Graziella Fava, che stava lavorando come stiratrice presso la famiglia del piano superiore e che rimase intossicata dai fumi. Fu ritrovata ore dopo, esanime sul pianerottolo quando le fiamme erano già state domate e il fumo si era diradato. Le due persone intrappolate nella sede riuscirono a liberarsi.

L’auspicio espresso durante la commemorazione dello scorso anno da Aser (Associazione della stampa Emilia-Romagna), Ordine dei giornalisti
dell’Emilia-Romagna e dai rappresentanti di Comune di Bologna e Regione Emilia-Romagna, di collocare una lapide in ricordo di Graziella Fava proprio nel luogo
in cui l’atto criminoso era stato compiuto, si è finalmente realizzato. Il 13 marzo 2024, alle 12, l’appuntamento annuale per ricordare Graziella Fava si terrà in via
San Giorgio 6, dove verrà scoperta la lapide. Saranno presenti il figlio e la nipote di Graziella Fava, Emilio e Graziella Baravelli, il presidente
dell’Aser, Paolo Maria Amadasi; il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, Silvestro Ramunno;  il sottosegretario alla Presidenza di giunta della Regione Emilia-Romagna, Davide Baruffi,  e – in rappresentanza del sindaco di Bologna – l’assessore a Comunicazione e innovazione digitale del Comune, Massimo Bugani.

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