Bologna per Assange e la libertà di informazione con la moglie del fondatore di Wikileaks, Stella
di Pietro Caruso
BOLOGNA – La manifestazione di martedì 7 marzo per la libertà della informazione e la difesa delle ragioni di Julian Assange non poteva avere spazio più degno della sala sotto il salone della Borsa, in uno degli angoli più cruciali e identificativi della civile Bologna.
Abbiamo portato il saluto dell’Ordine dei giornalisti della Emilia-Romagna (presidente Silvestro Ramunno), insieme a Vittorio Pastanella in rappresentanza dell’Aser (presidente Matteo Naccari) a Stella Assange che si batte da anni perché il marito Julian non venga estradato negli Usa dove, avendo ripristinato l’Espìonage Act del 1917, il programmatore e co-fondatore di Wikileaks sarebbe condannato a 175 anni di carcere. Attualmente Julian, da quasi quattro anni, è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Bellmarsh nel cuore di Londra.
Stella Assange ha ricordato che l’Ordine dei Giornalisti ha riconosciuto la tessera d’onore giornalistica a Julian.
È avvenuto a Venezia il 5 settembre 2022, ma anche la Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha riconosciuto il valore del lavoro giornalistico per svelare crimini di guerra compiuti attraverso l’uso dei materiali rilevati dai files di Wikileaks. Stella Assange era accompagnata dalla euro parlamentare Sabrina Pignedoli e dalla parlamentare Stefania Ascari entrambe dei 5 Stelle ma impegnate in una battaglia che ha trovato, per fortuna, uno schieramento di sostegno ancora più vasto di quello che si è mobilitato nel movimento guidato dall’ex-presidente del consiglio Conte.
La battaglia per la libertà della informazione continua e trova consensi. Certo ai Poteri fa paura che sia scalfita la sovrana prerogativa del Segreto, ma una Democrazia attiva non solo lo prevede, ma lo esige.
Ieri mattina di ritorno verso la Forli dove risiedo, un gruppo di tre giovani musicisti bolognesi, in sosta in via Ugo Bassi con tre strumenti a fiato, riprponevano le note solenni e meste della serie televisiva “Games of Throne”, che ripropongo in fondo a questo post in una versione più altisonante.
Viviamo tempi orribili e il Mondo non appare molto più sereno di quando sette antiche famiglie nobiliari inglesi imponevano le loro cruente verità su popoli smarriti e indecisi.
Dobbiamo reagire, ciascuno facendo la propria parte. La Democrazia non cade dal cielo.