Bologna, il Centro editoriale Dehoniano porta i libri in tribunale. Aser: “Calpestato il contratto di lavoro, interverranno i legali”. Ucsi: “Così perde l’intera comunità”
Dipendenti senza ammortizzatori sociali e contratto di lavoro giornalistico “calpestato”, senza la minima concertazione con Aser o lavoratori. In una nota inviata alla stampa, l’Associazione Stampa Emilia-Romagna e il suo presidente, Matteo Naccari, intervengono sulla decisione del Centro Editoriale Dehoniano di Bologna di portare in tribunale l’istanza di fallimento, all’improvviso e senza coinvolgere lavoratori e sindacati. Aser ha dato mandato ai suoi legali per accertare gli estremi del comportamento antisindacale (legge 300/70). Qui di seguito la nota Aser.
BOLOGNA – L’Aser (Associazione stampa Emilia-Romagna) esprime sconcerto per la decisione del Centro Editoriale Dehoniano di Bologna di portare in tribunale l’istanza di fallimento, all’improvviso e senza coinvolgere lavoratori e sindacati in questa decisione.
Un comportamento che giudichiamo inaccettabile anche perché calato sulla testa dei dipendenti che rischiano di trovarsi senza il paracadute degli ammortizzatori sociali. Il Centro Editoriale Dehoniano ha coinvolto il sindacato solo quando si è trattato di attivare la cassa integrazione durante la fase più acuta della crisi provocata dalla pandemia, ma mai ha voluto confrontarsi su programmi e investimenti. Ancora una volta i lavoratori pagano le scelte sbagliate di editori che non riescono a trovare una via di uscita dalla crisi dell’editoria. Per questo motivo l’Aser chiederà alla Regione Emilia-Romagna di intervenire direttamente in questa vertenza e ha dato mandato ai propri legali di verificare la possibilità di denunciare l’azienda per comportamento antisindacale. Ricordiamo che il Contratto di lavoro applicato ai giornalisti prevede obbligatoriamente il passaggio procedurale attraverso il confronto sindacale previsto dall’allegato D del Fieg-Fnsi pena la nullità dell’intero iter procedurale, come stabilito da una giurisprudenza consolidata.
Il Presidente Aser, Matteo Naccari
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UCSI EMILIA-ROMAGNA: “Solidarietà ai dipendenti e alle loro famiglie. Perde l’intera comunità eclesiale”
Il Centro Editoriale Dehoniano (CED) ha comunicato lunedì 11 ottobre di aver portato i libri in tribunale dichiarando fallimento. Questo significa che chiudono anche le Edizione Dehoniane Bologna (EDB), la principale casa editrice di cui esso detiene il marchio.
L’Unione cattolica stampa italiana (UCSI), sezione Emilia-Romagna, esprime solidarietà e vicinanza ai 25 dipendenti (e alle loro famiglie) che si ritrovano improvvisamente senza un lavoro.
A proposito di questa inaspettata chiusura, l’ultima di una serie ormai lunga di dismissioni degli editori religiosi nell’ambito della comunicazione, l’UCSI si chiede se siano state sondate tutte le strade possibili per evitare questo esito, comprese collaborazioni con soggetti diversi e più motivati a proseguire l’impresa editoriale. Perché quello che in questo modo si perde non è solo il patrimonio di un istituto religioso, ma dell’intera comunità ecclesiale. La Chiesa italiana ha di fronte una stagione difficile, e per affrontarla è indispensabile il contributo degli studi biblici, degli approfondimenti teologici e spirituali e delle ricerche sociali e pastorali che un’editoria viva e vivace ha il compito di promuovere e far circolare.
L’UCSI è convinta che la questione dell’editoria cattolica sia una questione che tocca tutta la comunità ecclesiale del nostro paese: c’è un patrimonio da salvaguardare.