
Grande partecipazione al 19esimo anniversario del Monumento alla Libertà di Stampa, simbolo dell’informazione libera e rappresentato dalla storica pedalina collocata in piazza a Conselice. La manifestazione dell’1 ottobre 2025 è stata anticipata – la sera del 30 settembre – dall’incontro organizzato nella sala polivalente Lavezzola dal titolo “Quale libertà di stampa se si spiano i giornalisti?”, con in collegamento Paolo Berizzi presidente dell’Osservatorio sulla libertà di stampa, e – in presenza – Ciro Pellegrino, capocronista di Fanpage, e Vittorio Pastanella dell’Aser.
Mercoledì 1 ottobre, invece, al Centro Civico “G.Pellegrini” si è svolta la cerimonia ufficiale alla presenza di autorità locali e rappresentanti del mondo giornalistico. Sono intervenuti il sindaco di Conselice Andrea Sangiorgi, Paolo Maria Amadasi presidente Aser, il giornalista di Fanpage Ciro Pellegrino, Alberto Nerazzini direttore del festival Dig, Eleonora Proni consigliera regionale dell’Emilia-Romagna e Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi.
Durante la cerimonia l’Aser ha consegnato il premio “Camillo Galba” all’Istituto comprensivo Foresti: un riconoscimento per l’impegno nella promozione dei valori della libertà di stampa tra le nuove generazioni.
L’iniziativa dell’1 ottobre è promossa dal Comune di Conselice, dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), dall’Osservatorio sulla libertà di stampa e dall’Associazione Stampa Emilia-Romagna (Aser) per ribadire il valore della memoria e il ruolo insostituibile del giornalismo libero come presidio democratico. L’Aser, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti dei giornalisti e nella promozione della cultura della legalità, ha curato l’organizzazione degli incontri e la valorizzazione del significato storico del Monumento, confermando il suo impegno costante sul territorio.
Impegno sottolineato anchee dal sindaco di Conselice, Andrea Sangiorgi: “Grazie a tutti gli organizzatori e all’Aser per aver reso possibile questo evento. A Conselice uomini e donne scelsero di mettere a rischio la propria vita per far circolare parole libere, servendosi di strumenti semplici ma straordinariamente efficaci. Stampavano in soffitte, in stalle, in luoghi nascosti: erano persone coraggiose, animate dal desiderio di rompere il silenzio imposto e di far vivere l’informazione come atto di resistenza. Conselice è stata un crocevia di libertà, dove si produceva materiale essenziale per informare, per raccontare, per opporsi all’oppressione”. Il sindaco ha poi rivolto lo sguardo al presente: “A Gaza la libertà di stampa viene repressa e nelle immagini che ci arrivano, in quelle macerie, qualcuno continua a documentare e a raccontare quello che accade. I nomi di chi documenta spesso non li conosciamo, ma la loro voce è la voce della resistenza umana”. Infine un pensiero ai giovani e agli studenti:” Il nostro Monumento alla Libertà di Stampa è un messaggio vivo. In un’epoca in cui siamo sommersi da notizie, distinguere tra verità e propaganda è diventato il nuovo atto di coraggio. È questa la resistenza del nostro tempo”.
Il primo cittadino ha poi letto un messaggio di Paolo Berizzi, presidente dell’Osservatorio sulla libertà di stampa, che non è riuscito a essere presente all’evento, perché impegnato in un’aula giudiziaria dove era in corso il processo per diffamazione aggravata all’ex ministro Francesco Storace, per avere pubblicato sul giornale “Secolo d’Italia” un fotomontaggio di Berizzi che richiamava la prigionia di Aldo Moro in mano alle Brigate rosse.
Il presidente dell’Aser Paolo Maria Amadasi ha poi posto l’accento sul valore della libertà: “La libertà di stampa è un po’ come l’ossigeno: ci si accorge di quanto sia vitale solo quando viene a mancare. In Italia abbiamo vissuto periodi in cui non era possibile esprimere liberamente il proprio pensiero e per questo l’articolo 21 della Costituzione rappresenta una delle conquiste più preziose della nostra democrazia. Questa giornata è fondamentale per ribadire il valore del lavoro dei giornalisti e per trasmettere alle nuove generazioni — a tutti gli studenti qui presenti — l’importanza di difendere sempre il diritto all’informazione. Siamo onorati di accogliere ospiti d’eccezione come Ciro Pellegrino, giornalista di Fanpage, Alberto Nerazzini, giornalista investigativo, i massimi esponenti della Fnsi e tanti colleghi che ci hanno raggiunto non solo da diverse province dell’Emilia-Romagna, ma da tutta Italia. La vostra presenza, così come quelle delle istituzioni, è un segnale forte. Dimostra quanto sia condiviso l’impegno nel difendere la libertà di informazione, un bene comune che va tutelato ogni giorno, con determinazione e responsabilità”.
Ciro Pellegrino, giornalista di Fanpage, ha raccontato come ha scoperto di essere stato spiato per mesi attraverso il proprio cellulare: “Il 29 aprile di quest’anno la mia quiete è stata interrotta da un messaggio che avvisava che ero stato vittima di spyware. Da quel momento ho preso coscienza che qualcuno era stato con me ovunque, a casa, mentre dormivo, al lavoro. Ero spiato ed è inutile negare che il cellulare è ormai la scatola nera della nostra vita. È un’esperienza invasiva. Quando scopri una cosa del genere prima ti arrabbi, poi ti chiedi perché? Sono tante le domande ed è anche difficile spiegare come ci si sente”. E ancora: “Il mio giornale, Fanpage, ha pubblicato l’inchiesta Gioventù meloniana che ha suscitato grande attenzione in Italia e all’estero. Da quel momento, come redazione, siamo diventati bersaglio di insulti e minacce, anche velate. Personalmente ho ricevuto grande sostegno dal mio giornale, dalla mia redazione e dal mio direttore Francesco Cancellato anche lui spiato, e voglio ringraziarli tutti. Un grazie anche alla Fnsi, che si è schierata apertamente al nostro fianco. Spesso mi chiedono: in Italia c’è libertà di stampa? Si, c’è. Siamo figli di quel Monumento alla libertà di stampa che si trova in piazza a Conselice. Il fatto stesso di essere qui e poterne parlare lo dimostra. Ma la libertà di stampa ha un problema: può sparire. Se questa generazione non lotta per difenderla, quelle future rischiano di non averla.”
Alberto Nerazzini, giornalista investigativo e direttore Dig Festival, ha aggiunto: “Parlare davanti a una platea come questa è sempre un onore, soprattutto quando ci sono tanti giovani. Il giornalismo libero, e in particolare quello d’inchiesta, è da troppo tempo affidato a freelance privi di tutele economiche e giuridiche. Quanto accaduto al direttore di Fanpage e a Ciro Pellegrino, spiati durante il loro lavoro, rappresenta un grave attacco all’indipendenza del giornalista. È su questo che dobbiamo riflettere. Le querele temerarie e tutte le azioni che mirano a intimidire chi fa informazione minano profondamente la libertà di stampa, soprattutto quando mancano garanzie e protezioni. L’Italia è chiamata a recepire entro maggio 2026 una direttiva europea che potrebbe finalmente porre fine alle querele bavaglio. È un’occasione che non possiamo sprecare: per tutelare chi racconta la verità, per difendere la democrazia”.
Eleonora Proni, consigliera Regione ER: “La libertà di stampa è un pilastro irrinunciabile della nostra democrazia ed è un dovere delle istituzioni garantire tutele concrete a chi esercita questo mestiere con coraggio e responsabilità”.
Le conclusioni sono state affidate ad Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, che ha sottolineato l’urgenza di tutelare il diritto all’informazione in un contesto sempre più complesso: “La libertà di stampa non è a rischio solo in Italia: assistiamo a un restringimento globale. Basta pensare alla proposta rilanciata dal presidente Trump di ridurre i finanziamenti ad alcune emittenti, un segnale preoccupante per l’indipendenza dell’informazione. Difendere la libertà di stampa significa difendere il diritto di tutti i cittadini a essere informati in modo adeguato. L’articolo 21 della nostra Costituzione non parla della libertà dei giornalisti, ma del diritto all’informazione dei cittadini. È un principio ancora più forte della semplice difesa dei giornali: è la tutela della democrazia. Non possiamo poi dimenticare ciò che sta accadendo nel mondo. In Ucraina diversi giornalisti hanno perso la vita. A Gaza, il bilancio è ancora più drammatico: 270 tra giornalisti, tecnici e interpreti sono morti mentre cercavano di raccontare la realtà del conflitto. La libertà di stampa è misurabile, e oggi più che mai va protetta con determinazione. Quanto accaduto a Ciro Pellegrino e al suo direttore Francesco Cancellato rappresenta un fatto di estrema gravità. Non si tratta soltanto di una violazione della privacy, ma di un attacco diretto ai principi fondamentali del giornalismo. La tutela delle fonti è sacra: è il pilastro su cui si fonda il rapporto di fiducia tra il giornalista e chi decide di condividere informazioni sensibili. Minare questo legame significa compromettere la libertà di stampa e il diritto dei cittadini a essere informati”.
Angela Carusone
Nelle foto (in parte di Dora Carapellese): l’esecuzione dell’Inno d’Italia (da sinistra, Sangiorgi, Pellegrino, Proni, Costante, Amadasi); i presenti; Costante, Pellegrino e Nerazzini davanti alla pedalina; momenti della giornata e il dibattito del 30 settembre (da sinistra, Sangiorgi, Pellegrino, Pastanella e l’assessore alla cultura Kocis Urso).
Nella foto grande, giornalisti e amministratori di Conselice alla pedalina.