Crisi a Repubblica Parma: la solidarietà di colleghi, istituzioni e politici locali

Parma

Dopo l’annuncio da parte dell’azienda di chiudere il sito parma.repubblica.it con la conseguente perdita del lavoro di quattro giornalisti da molti anni precari, stanno arrivando reazioni e attestazioni di solidarietà da parte di colleghi e politici locali.

Immediata quella del comitato di redazione della Gazzetta di Parma: “Il Cdr della Gazzetta di Parma apprende con preoccupazione la notizia della chiusura del sito di Repubblica Parma ed  esprime, a nome di tutta la redazione, vicinanza e solidarietà ai colleghi”. Analoga solidarietà è stata espressa dai giornalisti del sito Parma Today: “L’informazione locale potrebbe perdere una delle sue realtà più importanti. La proprietà di Repubblica ha comunicato la chiusura dell’edizione online di Parma a partire dal primo aprile. La comunicazione è avvenuta il 6 febbraio. Solidarietà ai colleghi di Repubblica da parte di tutta la redazione di Parma Today”. 

Reazioni anche dal mondo politico. Patrizia Maestri, deputata Pd: “Da oggi al primo aprile spero si creeranno le condizioni perché la decisione di chiudere la Repubblica Parma possa essere riconsiderata. Sul piano occupazionale, sarebbero ancora una volta i giornalisti a pagarne il prezzo più alto. Sul piano informativo, la provincia di Parma vedrebbe, ancora una volta, ridursi gli spazi di pluralismo. Non sarebbe ammissibile”.
Roberto Ghiretti, consigliere comunale di Parma Unita: “Se chiudono la redazione di Parma, credo non comprerò e non leggerò più Repubblica nella mia vita. Davvero senza parole”.
Alfonso Feci, consigliere comunale Effetto Parma: “Quando chiude una testata giornalistica si chiude uno spazio di confronto e di democrazia ed è quindi un fatto ancora più preoccupante della chiusura di un qualsiasi altro comparto produttivo.  In questi anni a Repubblica Parma sono stati spesso critici nei nostri confronti, a volte scorretti, ma sempre comunque utili. Hanno contribuito, come molti altri, a farmi cambiare idea sulla stampa che fa cronaca politica, scomoda, ossessiva e petulante ma necessaria. Un grande in bocca al lupo a chi sta tuttora lavorando per la testata”.
Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti: “La chiusura di Repubblica Parma è una decisione che impoverisce il dibattito democratico e la libera stampa a Parma. Con Repubblica Parma è capitato di discutere, scontrarsi, ricevere attacchi diretti  anche più di altri, ma sempre nel rispetto delle parti.  Questa è la democrazia. Ma la chiusura di una redazione non è una buona notizia. Non c’è nulla di buono in tutto questo. Vicino ai bravi giornalisti di Repubblica, che in tutti questi anni si sono fatti il ‘mazzo’ a suon di articoli, inchieste e approfondimenti. In Italia c’è un grave problema che la politica non ha avuto il coraggio e la forza di affrontare: la precarietà, un male di questo Paese. Un abbraccio a tutta la redazione, con la speranza che tutto rientri”.
Giuseppe Romanini, deputato Pd:  “La notizia dell’imminente chiusura della redazione di Parma di Repubblica.it non può che destare preoccupazione e sconcerto, anzitutto per il futuro professionale dei giornalisti che in questi anni hanno garantito con professionalità – nonostante contratti spesso precari – un punto di vista informativo che tra poche settimane rischia di venire a mancare. Quando una voce dell’informazione si spegne non è mai una buona notizia. E’ necessario fare ogni sforzo perché questo rischio venga scongiurato”.
Marco Bosi, capogruppo in Consiglio comunale di Effetto Parma: “Ho appreso che la redazione di Repubblica Parma chiuderà il primo di luglio e ci tengo ad esprimere alcune considerazioni. Ovviamente va tutta la mia solidarietà ai ragazzi che perderanno il posto di lavoro. In questi cinque anni ho avuto modo di conoscere molti dei giornalisti delle testate locali, spesso definiti collaboratori in quanto (sotto)pagati ad articolo. Il mondo del giornalismo è uno dei più precari che abbia conosciuto, difficile svolgere un buon servizio alla collettività in quelle condizioni. Come si può approfondire un tema sul quale si deve scrivere se il pezzo viene pagato dieci o 20 euro e si costretti a scriverne tre o quattro tutti i giorni per tirare fuori uno stipendio? Difficile soprattutto essere liberi quando si lavora con la paura del mancato rinnovo. La chiusura di una delle maggiori testate della città è una brutta notizia per tutti. Una redazione in meno, una voce in meno, significa meno pluralismo. Assurdo se si considera che fra pochi mesi si andrà a elezioni e di cose da raccontare ce ne sarebbero state parecchie. Come spesso accade in questo Paese a pagare sono i più giovani, da oltre un decennio ormai i meno tutelati. Siamo la generazione dei senza futuro che sopravvive grazie ai genitori. E allora credo che una riflessione dovrebbero farla tutti quelli che si occupano di lavoro in questo Paese. Non è accettabile che si facciano le barricate quando si toccano i diritti di quelli che i diritti ce li hanno da sempre e ci si dimentichi che in Italia c’è qualche milione di persone tra giovani stagisti, collaboratori, partite Iva e disoccupati che i diritti non sanno neanche cosa sono”.
Parmaquotidiano: “In un panorama locale dell’informazione assai povero, Repubblica Parma è una presenza importante, una risorsa per il territorio grazie al lavoro di cronaca e critica offerto ai cittadini e per l’autorevolezza della testata. Parma Quotidiano esprime la sua solidarietà ai giornalisti che rischiano di perdere il lavoro e depreca la scelta del Gruppo L’Espresso. Parma ha bisogno di pluralismo. Se in edicola resta un solo quotidiano locale, almeno sul web deve poter proseguire lo stimolante confronto di più testate”.

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