(da OdG Emilia Romagna) La stagione della vetrina infranta

Dall’omicidio del brigadiere Andrea Lombardini ad Argelato fino all’attentato incendiario alla sede dell’Associazione stampa di Emilia-Romagna-Marche in cui morì Graziella Fava, una collaboratrice domestica di 50 anni che rimase intossicata dalle esalazioni dell’incendio. In mezzo, l’uccisione dello studente Francesco Lorusso, le sassaiole in strada contro le Forze dell’Ordine, i carri armati all’Alma Mater, l’arresto di alcuni militanti della cellula bolognese di Prima linea e la perquisizione del ‘covo’ in via delle Tovaglie.

E’ il racconto di un’ epoca bolognese (dimenticata troppo in fretta ) e riportata alla memoria dal libro “La vetrina infranta” di Luca Pastore, un ricercatore dell’istituto storico Parri che ha speso anni di fatica nel ricostruire tappa per tappa una Bologna insolita che mostrò il tentativo della sinistra movimentista di frantumare l’immagine del buongoverno comunista della città anche con atti di violenza, espropri, agguati a dirigenti d’azienda. Un’epoca che vide anche una “campagna” contro i giornalisti “pennivendoli” che – dopo le cronache sui funerali di Barbara Azzaroni (clandestina bolognese morta in uno scontro con la polizia a Torino) – furono bersaglio dell’incursione incendiaria che costò la vita alla povera donna che aveva avuto la sola colpa di trovarsi nel luogo sbagliato nel momento sbagliato.

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