Domenico Quirico è libero
«È come se fossi stato cinque mesi su Marte. E ho scoperto che i marziani sono molto cattivi». Sono le prime parole di Domenico Quirico subito dopo l’atterraggio a Ciampino a mezzanotte e venti di ieri notte. È libero da poche ore, dopo 150 giorni di prigionia in Siria. Lo accoglie il ministro degli Esteri Emma Bonino con il segretario generale Michele Valensise. Dal Falcon di Stato Quirico scende accompagnato da Claudio Taffuri, capo dell’Unità di crisi della Farnesina. È molto provato, gli occhi infossati, indossa una maglietta bianca, un giaccone rimediato, ha un accenno di barba, zoppica leggermente. Ma non perso nulla della sua lucidità, della capacità di lettura immediata della realtà, conserva il suo understatement invidiabile. Alla domanda se ha avuto paura, ci pensa un attimo: «Penso di sì». Come l’hanno trattato? «Non bene». Ma più che la paura, traspare la delusione. «È possibile chi io sia stato tradito dalla rivoluzione». Quella rivoluzione che ha raccontato per due anni dal fronte, da testimone, al prezzo di gravissimi rischi: «Non è la rivoluzione che ho conosciuto due anni fa ad Aleppo, laica, tollerante. È diventata un’altra cosa».
Domenico Quirico è libero. Aser.bo.it per festeggiare ritorna alla testata tradizionale.