Due giornaliste che hanno detto “no” alla ‘ndrangheta

In Italia, dal 2006 a oggi, ben 1.370 giornalisti sono stati oggetto di minacce di organizzazioni di vario tipo, in particolare di organizzazioni criminali mafiose (dati Osservatorio Fnsi e Ordine dei giornalisti). Nel 2013 sono già 122 i casi registrati e denunciati. Cosa hanno scritto? Quali interessi hanno colpito per essere finiti nel loro mirino?

Tiziana Di Masi, attrice impegnata nel teatro sociale e da quasi tre anni in tournée con “Mafie in Pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida”, ha creato un format per dare “Voce alle parole” scritte da questi cronisti che sono stati aggrediti, minacciati, intimiditi soltanto per aver scelto di fare il proprio mestiere: raccontare i fatti.

Da sinistra: Serena Bersani, Ester Castano, Francesca Santolini e Tiziana De Masi (foto di Marco Vaccari)

Da sinistra: Serena Bersani, Ester Castano, Francesca Santolini e Tiziana De Masi (foto di Marco Vaccari)

Con lei, per la prima volta in assoluto, mercoledì 17 aprile al teatro Testoni di Bologna sono salite sul palco due donne che hanno detto “no” alla ‘ndrangheta e a chi voleva imporre il silenzio stampa sulle attività affaristico-criminali gestite nella provincia di Milano.
Ester Castano, giornalista di Altomilanese, è stata bersagliata per un anno dalle querele e diffide del sindaco di Sedriano (Milano) Alfredo Celeste, arrestato nell’ottobre del 2012 con l’accusa di aver intrattenuto stretti rapporti con un boss della ‘ndrangheta. Ester gli faceva troppe domande…
Francesca Santolini, cronista de Il Giorno che segue da diversi anni l’emergenza mafiosa nel territorio di Milano sud (Corsico, Buccinasco e Assago), è stata vittima alla fine di gennaio di un attentato, tuttora da chiarire, con raffiche di mitra sparate a salve contro un’auto a bordo della quale viaggiava in compagnia di un’amica, ex consigliere comunale.

Gli articoli scritti da Castano e Santolini sono stati raccontati e interpretati davanti al pubblico bolognese da Tiziana Di Masi, che poi ha lasciato spazio alle testimonianze delle giornaliste sulla presenza delle mafie in Lombardia e sulle difficoltà di fare informazione nella regione più ricca e popolosa d’Italia, diventata ostaggio della criminalità organizzata di stampo mafioso proprio per il peso della sua economia.

Per dare voce ai protagonisti dell’informazione scomoda come queste due colleghe, è nata l’idea dell’attrice Tiziana De Masi di ‘Voce alle parole’, una struttura aperta che ha già avuto tra i protagonisti Giovanni Tizian e Arnaldo Capezzuto, che coniuga teatro di narrazione e giornalismo di inchiesta e che vuole essere un’autentica forma di divulgazione a sostegno alla libera informazione.

La serata è stata organizzata dalla Cgil di Bologna all’interno di Civica 2013, iniziative di cultura antimafia, per la raccolta firme a sostegno della campagna “Io riattivo il lavoro”, per la presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare sul recupero delle attività produttive confiscate alla criminalità organizzata, a cui aderiscono Cgil, Libera, Arci, Avviso Pubblico, Legacoop, Sos Impresa, Centro Studi Pio La Torre e Acli.
Con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, della Lombardia e della Federazione Nazionale della Stampa.
Sono intervenuti: Danilo Gruppi, segretario della Camera del Lavoro di Bologna; Gerardo Bombonato, presidente Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna; Nadia Monti, assessore alla Legalità del Comune di Bologna; Serena Bersani, presidente Associazione Stampa Emilia-Romagna (Aser-Fnsi).

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