Sindacato dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna dal 1905

Elezioni Inpgi, la lettera di presentazione di Marco Girella, candidato al Consiglio Generale

Si fa presente che TUTT* i candidati e le candidate hanno la possibilità di pubblicare su questo sito una lettera di presentazione in vista delle elezioni Inpgi.

 

Ciao a tutti. Sono Marco Girella, giornalista di QN-il Resto del Carlino. Vi scrivo per ricordarvi che dalle 8 di lunedì 10 febbraio 2020 alle 22 di mercoledì 12 febbraio 2020 si terranno le elezioni Inpgi con voto elettronico, mentre il 15 e 16 febbraio si potrà votare al seggio dell’Aser a Bologna. 

Mi sono candidato al Consiglio Generale dell’Inpgi per l’Emilia Romagna, ma la prima cosa che voglio chiedere non è un voto per me. Vi chiedo di fare un gesto molto più eclatante. Vi chiedo di votare. Per chi vi pare, ma votate. La partecipazione a questo voto è importante, eppure ¾ dei giornalisti non partecipa. Nonostante l’iscrizione all’Inpgi sia obbligatoria per chi è contrattualizzato. Quindi ci siamo dentro tutti, volenti o nolenti. 

L’Inpgi non è un sindacato. Amministra i nostri contributi, i nostri soldi, organizza la solidarietà della categoria. Lo fa secondo norma di legge, che ci piaccia o no, che siamo d’accordo o no. Perciò scegliere chi la amministra, decidere chi saranno i consiglieri e quali principi seguiranno è parte fondamentale degli interessi di ognuno di noi. Partecipate al voto. Se vi sentite stanchi e disillusi, votate lo stesso. Votate per i vostri soldi, perché qualcuno li amministrerà in nome vostro.  Prima di tutto votate. Votate per voi. Per esserci.

Non è un segreto per nessuno che i bilanci dell’ente siano molto in sofferenza, con perdite milionarie. L’interesse di tutta la categoria è che queste perdite non incidano sui trattamenti (pensioni, assistenza,  disoccupazione, solidarietà) che si riflettono sulla vita dei giornalisti. 

Qualcuno vagheggia soluzioni magiche a questo problema e spera in un’annessione dell’Inpgi all’Inps. Personalmente lo ritengo un grave errore. Per tre motivi.

Il primo è che il buco di bilancio dell’Inpgi non è dovuto a chissà quali fantomatiche malversazioni, ma al semplice fatto che l’ente è costretto ad applicare la legge anche quando la legge gli gioca pesantemente contro. Per esempio, l’Inpgi deve sobbarcarsi i costi di stati di ristrutturazione, con conseguenti esborsi per cassintegrazione e prepensionamenti, senza potersi opporre quando (e in passato è successo di frequente) questi stati di crisi sono molto presunti e per niente reali, facendo solo il gioco degli editori. 

D’altra parte è vero che molte redazioni spingono per il riconoscimento di questi stati di crisi, sotto il ricatto di editori che li reclamano e politici che li concedono. Solo che in realtà i primi inseguono profitti a spese della collettività e i secondi consenso facile senza fatica. 

Il secondo motivo è che la crisi del settore ha fatto aumentare moltissimo i percettori di pensioni e diminuire coloro che effettuano i versamenti, peraltro sempre più esigui, grazie al ribasso degli stipendi. E’ evidente che in una situazione di tale squilibrio, la stessa legge che in passato ha penalizzato la nostra categoria adesso dovrebbe intervenire a sanare il buco che ha creato. Ripeto, creato per legge e grazie alla legge.

Il terzo è che l’assorbimento dell’ente da parte dell’Inps porterebbe a un automatico abbassamento di tutte le prestazioni. Chiunque abbia contributi di lavoro antecedenti al 2016 rischia di vederseli ricalcolati con una perdita media del 30% del valore. Con un effetto pesantissimo sulla futura pensione, vicina o lontana che sia. Diminuirebbero drasticamente gli assegni per cassintegrati, disoccupati, il sostegno alla solidarietà, e tutti gli altri trattamenti che attualmente l’ente garantisce agli iscritti.

Sono profondamente convinto che questa battaglia si possa vincere utilizzando due strumenti fondamentali: la comunicazione, in cui siamo molto carenti perché il timore di risultare antipatici all’opinione pubblica prevale sull’efficacia del messaggio che potremmo utilizzare, e l’azione politica, perché non è un segreto che molta politica ama usare l’Inpgi come un guinzaglio per tenere sotto scacco i molto poco amati giornalisti. 

Lavorando bene su questi punti si può ottenere il trattamento equo a cui l’Inpgi e la categoria hanno diritto, anche in considerazione del fatto che l’Inpgi resta l’unico ente previdenziale autonomo che si fa carico, per legge, dell’assistenza.

Un altro motivo importante per votare è che tra le soluzioni prospettate c’è l’ingresso nell’Inpgi dei comunicatori. E’ evidente che una carenza di rappresentativtà dei giornalisti che si occupano di notizie, conseguenza di una scarsa partecipazione alle urne, renderebbe più deboli i nostri argomenti e il nostro lavoro in favore della categoria.

Se i miei argomenti vi convincono, vi chiedo di votare il 10,11 e 12 febbraio, o il  15 e il 16 febbraio 2020, se vi recate al seggio, per Marco Girella e Gianluca Zurlini nel Consiglio Generale Inpgi.

 

In ogni caso, votate, altrimenti qualcuno di cui non sapete nulla deciderà per voi e per l’intera categoria cosa fare dei vostri soldi, dei vostri contributi e delle condizioni assistenziali che potrebbero interessarvi nel corso della carriera.

Un saluto,

 

Marco Girella

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