Sindacato dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna dal 1905

Elezioni Inpgi, la lettera di presentazione di Silvia Mauro, candidata Consiglio Generale – Pensionati Inpgi

Sono Silvia Mauro, candidata tra i pensionati al consiglio generale per la lista Sos Inpgi – Garanzia pubblica per le pensioni.

Laureata, e dopo molti anni di precariato tra rai e scuola, professionista e conduttrice della prima ora a Tmc che negli anni e’ diventata la7.

Ho curato e inaugurato molte trasmissioni di approfondimento, sono stata inviata, membro del cdr, vicecaporedattore, e dal 2016 sono in pensione.
Mi definiscono una combattente, e mi riconosco in questa definizione: quando ho iniziato a lavorare per Tmc mio figlio aveva appena tre mesi.

Non e’ stato facile conciliare, come per tante altre colleghe, il mio ruolo di madre – single, peraltro- con la professione. Continuo a lottare su molti fronti, prima di tutto sulla Difesa del Diritto all’Ex Fissa. Sono infatti co-fondatrice dell’omonimo Comitato.
Un’esperienza che mi ha portato ad approfondire le origini di quella che oggi si rivela una grave sperequazione all’interno della categoria. Una profonda ingiustizia, un diritto negato.

Provo a riassumere per sommi capi la storia di un fallimento annunciato ( tutti i dettagli chiaramente riportati sul sito FNSI https://www.fnsi.it/ex-fissa-la-storia-di-un-fallimento-annunciato) e perche’ per piu’ di 30 anni si sia preferito non vedere, non agire.

Appena un anno dopo l’istituzione del Fondo Ex Fissa (1.12.1985: “Prestazione previdenziale integrativa”, come da contratto) e fino al 2010 il Fondo necessita di numerosi correttivi: tutti insufficienti, tanto che nel 2014 se ne rende necessaria la liquidazione.

Ad oggi sono 2.200 i giornalisti pensionati che rivendicano un credito complessivo di 125 milioni: una voragine destinata ad aumentare, complice – certo- la crisi che ha colpito la nostra professione- ma non solo. Il default infatti si annunciava fin dalle primissime battute. E come mai? Perche’ il Fondo nasceva gia’ strutturalmente deficitario : benche’ l’aliquota di contribuzione fosse infatti largamente insufficiente a garantire le prestazioni, un meccanismo di calcolo assolutamente miope ha continuato ad assicurarle, prosciugandolo. Bastera’ dare uno sguardo a questi pochi esempi relativi agli importi erogati dal 2005 al 2015.

Prima colonna: è riportato l’importo liquidato al beneficiario in un’unica soluzione. Seconda colonna: sono riportati i contributi al fondo calcolati sulla base dell’1,50 per cento delle retribuzioni percepite nel corso della carriera.
Terza colonna : l’incremento percentuale della somma percepita rispetto a quella effettivamente versata.

importo lordo liquidato

€ 903.236,00 € 874.878,00 € 786.588,00

contr. 1,50%

185.000 176.000 140.000

% incremento

488% 497% 560%

A fronte di cifre che non hanno uguali nel mondo dei fondi integrativi di tutto il pianeta, aggiungo che dal gennaio 2018 oltre 2000 creditori dell’ex fissa ancora in lista d’attesa hanno ricevuto un assegno annuale di appena 3.000 euro lordi, mentre persiste la mancanza di trasparenza da parte dell’Inpgi che si rifiuta di far conoscere loro l’esatto importo dovuto. I bilanci del fondo ex fissa sono segreti dal 2013. Fino al 2006

venivano approvati dall’INPGI, poi non sono stati approvati piu’ da nessuno.

Negli ultimi anni tra noi giornalisti 3.500 hanno perso lavoro e identità sociale ancor giovani e nel pieno della maturità professionale, ingrossando le fila dei pensionati (oggi 10mila). L’Inpgi non fa emergere dai suoi bilanci i 62 milioni di euro risparmiati in 10 anni sulla pelle dei pensionati per mancata perequazione al costo della vita e per tagli e prelievi forzosi sulle pensioni .

Infine una domanda: come fidarsi ancora di chi ha gestito in questo modo i nostri soldi,? E perche’, al momento del voto, non affidare la propria fiducia ad una lista totalmente nuova, che mai e’ stata connivente? SOSINPGI, dunque!

Ed ecco candidati e programma:

SOSINPGI Garanzia Pubblica per le Pensioni

Difendere i giornalisti è possibile, cambiare l’Inpgi per farlo vivere

Il deficit di esercizio dell’Inpgi è arrivato a 150 milioni nel 2019. La riserva tecnica si è dimezzata scendendo a 2 annualità e mezzo rispetto alle 5 previste dalla legge. Per il terzo anno il “rosso” ha superato i cento milioni e gli studi attuariali dicono che l’istituto ha sette anni di vita vendendo i titoli e gli immobili e azzerando così l’intero patrimonio. Aver evitato per altri sei mesi il commissariamento significa ben poco, tutto indica che un’altra manovra lacrime e sangue sarà necessaria all’indomani delle elezioni, come del resto ha fatto intuire il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Per il 2020 si prevede un ulteriore disavanzo di circa 200 milioni di euro tra entrate contributive e uscite per pensioni. Il nuovo giro di prepensionamenti spingerà i pensionati oltre quota 10mila unità riducendo gli attivi al di sotto delle 14mila persone e ribadisce la reiterata tendenza a risolvere i bilanci degli editori con l’avallo della Fnsi a scapito delle casse dell’Inpgi. Occorre quindi ribaltare le scelte politiche della maggioranza della Fnsi che hanno condizionato pesantemente la gestione dell’INPGI.

Solo negli ultimi 4 anni sono scomparsi 3.300 posti di lavoro, 400 nei primi sei mesi del 2019, mentre con il beneplacito dei vertici federali è cresciuto l’esercito dei giornalisti autonomi, in larga parte finti autonomi, che avranno pensioni ridicole dall’Inpgi 2. Sono

necessari interventi legislativi, nuove e più stringenti norme contrattuali, regolamenti più efficaci per l’istituto dalle ispezioni alle modalità gestionali.

Per questo proponiamo:

• Garanzia pubblica sulle pensioni in essere e future nonostante i nuovi prepensionamenti, anche con il ritorno all’Inpgi interamente pubblico pre-1994: oggi siamo l’unica categoria di lavoratori dipendenti con una cassa previdenziale privatizzata sostitutiva dell’INPS, come previsto dalla legge Rubinacci del 1951. In questa ottica cominciamo dal rimborso dello Stato degli oneri degli ammortizzatori sociali (30 milioni circa l’anno)

• Trasparenza degli atti in nome della rilevanza pubblica dell’istituto sancita dalla sentenza del Tar Lazio sulla gestione immobiliare, impugnata dall’istituto contro i colleghi ricorrenti, ma anche su incarichi e consulenze e sugli “esodati”.

• Tutela di un patrimonio immobiliare gestito sinora con logiche finanziarie per rivalutarlo ai fini dell’iscrizione in bilancio. Lo dimostrano le vendite che non hanno centrato gli obiettivi per i prezzi troppo alti. Anche sugli affitti si può fare meglio, ascoltando gli inquilini. Ora bisogna assolutamente evitare la vendita in blocco del patrimonio.

• Riduzione dei componenti e dei costi del Cda e dei compensi dei dirigenti apicali, oggi spropositati. In un momento di grande emergenza proponiamo un gettone di 150 euro

a seduta Cda, il tetto massimo delle retribuzioni a 100 mila euro lordi e la riforma della rappresentanza, a partire dal Consiglio Generale.

• Garanzia del pagamento dell’ex fissa. E’ necessario chiarire chi sia il titolare del debito da 125 milioni di euro nei confronti di 2200 giornalisti pensionati (Inpgi, Fnsi o Fieg?), rendere trasparente la gestione annuale e trovare i fondi per definire i rapporti con i creditori in tempi ragionevoli e ben definiti.

• Ampliamento della base contributiva attraverso il recupero dei

contributi di artisti e commentatori televisivi specie sportivi oggi versati altrove, la progressiva estensione del contratto nazionale – anche con l’uso mirato di ispezioni efficaci e non preavvisate – a migliaia di co.co.co. e collaboratori finti autonomi che dimostrino di lavorare di fatto come dipendenti anche a tempo pieno, nelle testate e negli uffici stampa. Nel contempo favorire l’ingresso, di per sé non risolutivo, di nuove figure professionali attraverso la necessaria riforma dell’Ordine.

• Miglioramento del welfare e delle pensioni per Inpgi 2.. Indicare ammontare e durata del trattamento di disoccupazione, in coerenza con quello Inpgi 1. Usare le ispezioni per recuperare in Inpgi 1 i colleghi cococo e collaboratori fissi in monocommittenza. Creazione di un fondo assicurativo anche per gli infortuni. Vigilare sul versamento datoriale oggi anticipato dai colleghi.

I NOSTRI CANDIDATI

INPGI 1 – COLLEGIO NAZIONALE DEI SINDACI

SCHEDA CON BORDO AZZURRO (Max 4 preferenze) Franco Abruzzo (Lombardia)
Marco Esposito (Campania)
Pierluigi Franz (Lazio)

Luigi Ronsisvalle (Sicilia)
PENSIONATI INPGI 1 COLLEGIO NAZIONALE SCHEDA CON BORDO ROSSO (Max 7 preferenze) Massimo Alberizzi (Lombardia)
Romano Bartoloni (Lazio)
Giuseppe Gallizzi (Lombardia)
Silvia Mauro (Lazio)
Marina Sbardella (Lazio)

Donato Sinigaglia (Veneto)

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