Mercoledì 20 agosto i giornalisti dell’Associazione Stampa Ferrara e dell’Associazione Stampa Emilia Romagna hanno accolto l’invito a prendere parte al Presidio per la Palestina, organizzato dalle oltre 60 realtà – tra associazioni, sindacati, forze politiche – di Rete Pace Ferrara. La manifestazione era infatti dedicata alle giornaliste e ai giornalisti di Gaza ed è stata aperta dalla lettura dei nomi dei 237 operatori dell’informazione uccisi dal 7 ottobre 2023. Una delegazione ha anche letto il comunicato congiunto di Associazione stampa Ferrara e Associazione della stampa Emilia-Romagna, che riportiamo di seguito.
“L’Associazione Stampa Ferrara, con l’Associazione della Stampa Emilia-Romagna, esprime piena e convinta solidarietà ai giornalisti della Striscia di Gaza, gravemente colpiti da una situazione drammatica che li sta privando non solo della libertà di raccontare, ma della possibilità stessa di sopravvivere. Il lutto per gli oltre 200 colleghi uccisi non può essere vissuto in silenzio, così come il tentativo di screditarne il lavoro e la memoria. Ci uniamo al grido d’allarme dell’agenzia francese France Presse che dice: “Ci rifiutiamo di vederli morire”. Freelance, fotografi e videomaker locali operano in condizioni di estrema malnutrizione, incapaci in molti casi di muoversi o addirittura di alimentarsi, costretti ogni giorno a inviare messaggi disperati che evocano una fine imminente. A loro si aggiungono poi le decine di feriti e incarcerati per farli tacere. Chiediamo che venga urgentemente garantita l’evacuazione dei cronisti in pericolo e l’accesso sicuro ai soccorsi per loro e i loro familiari. A fronte del blocco imposto dal 7 ottobre 2023 che impedisce ai reporter stranieri di entrare a Gaza, noi denunciamo che vietare l’accesso dei media significa silenziare le tragedie e oscurare la verità”.
“Assostampa Ferrara e Aser aderiscono all’appello internazionale già sostenuto anche dalla Federazione nazionale della stampa italiana, affinché il governo di Israele consenta un accesso immediato, indipendente e senza restrizioni alla Striscia per i media internazionali. La fame come arma, la negazione di beni essenziali, il divieto di ingresso per i cronisti stranieri: tutto questo a nostro parere configura un crimine di guerra e contro l’umanità. Come giornalisti e cittadini dobbiamo rilanciare la responsabilità morale dell’informazione, chiedere al governo italiano e alle istituzioni internazionali di farsi carico di questa tragedia e assicurare protezione, evacuazioni immediate e indagini internazionali nei confronti del governo e dell’esercito di Israele.
La stampa può fare la propria parte, continuando a raccontare quanto accade, e sostenendo, come possibile, a distanza. Per questo la Fnsi ha inviato un contributo economico al Sindacato dei Giornalisti Palestinesi, nella consapevolezza che “la loro voce è essenziale per raccontare gli orrori della guerra e della carestia”. Rivendichiamo con forza che il giornalismo non può essere affamato, torturato, messo a tacere: la verità, sempre, deve resistere. Come sindacato non possiamo che essere dalla parte di chi rischia la vita per informare il mondo”.
Nelle foto, un momento della manifestazione e l’intervento di Stefania Andreotti, del direttivo Aser, in rappresentanza di AsFe e Aser.