Festival DIG: “Informazione è democrazia”. Sit-in di Aser e Asm davanti al procuratore Gratteri
La democrazia passa anche attraverso la conoscenza di cosa accade intorno a sé. Lo ha sottolineato l’Aser, Assostampa dell’Emilia Romagna, assieme all’Asm (sezione provinciale di Modena dell’Aser), in occasione di Dig, il festival internazionale di giornalismo investigativo coordinato da Alberto Nerazzini, che si è svolto a Modena con il sostegno di Fnsi e Aser. Sabato 23 settembre, poco prima del dibattito con Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Aser e Asm hanno organizzato una simbolica manifestazione a difesa della Costituzione e del diritto dei cittadini ad essere informati. Un diritto leso dalla cosiddetta riforma Cartabia che, con il pretesto della presunzione di innocenza, ha posto di fatto un bavaglio alla diffusione delle notizie di cronaca nera e giudiziaria.
Al sit-in hanno partecipato, fra i tanti, i giornalisti di Stampa Modena, guidati dal presidente Pier Paolo Pedriali, dell’Aser, guidati con in testa il presidente Paolo Maria Amadasi e il segretario generale aggiunto della Fnsi, Matteo Naccari e Monica Andolfatto, segretaria di Sgv, Sindacato giornalisti veneto e componente della giunta della Fnsi. Con loro l’ex presidente della Fnsi, Giovanni Rossi.
Pedriali, intervenuto anche a nome di Aser, ha ricordato come l’uccisione del sedicenne pakistano Muhammad Arham, accoltellato al parco Novi Sad a fine marzo e il delitto di Friday Endurance, ucciso domenica 20 agosto in corso Vittorio Emanuele, sono valsi da parte della Procura due semplici resoconti di venti righe ciascuno. E che a Ferrara nella tarda sera del primo settembre, all’interno di un bar del centro al termine di una violentissima rissa, un uomo di 43 anni è stato ucciso a bottigliate e coltellate. Il giorno dopo, nonostante le continue richieste dei colleghi di carta stampata, tv e web, da forze dell’ordine (carabinieri in questo caso) e Procura non è arrivata nessuna nota o ricostruzione ufficiale dell’accaduto. Il comunicato è arrivato solamente alle 12.48 di domenica 3 settembre dove si avvisava che, testuale, era morto un uomo in un bar del centro cittadino. In seguito a quell’episodio, il sindacato dei giornalisti ha stigmatizzato l’accaduto e chiesto un incontro al procuratore, che però l’ha rifiutato.
La situazione è stata così fotografata dal procuratore Gratteri: “La Riforma non è stata fatta per gli ultimi della Terra, perché di quelli non si interessa nessuno, ma per impedire che i giornalisti possano riportare intercettazioni che riguardano il comportamento di un potente”.
In apertura del dibattito, Monica Andolfatto ha ricordato che quest’anno si svolge la prima edizione del premio nazionale sul giornalismo d’inchiesta territoriale intitolato a Tina Merlin (qui il link del bando), riservato a croniste e cronisti impegnati sul fronte dei diritti sociali, della tutela del lavoro, della denuncia delle diseguaglianze e del rispetto dell’ambiente. Tina Merlin, partigiana, giornalista e scrittrice, è ricordata soprattutto per il suo impegno e le sue inchieste per dimostrare i pericoli che avrebbe comportato la messa in funzione della diga sul Vajont. Per questo venne anche denunciata per diffusione di informazioni false e tendenziose, ma fu assolta. Tre anni dopo avvenne la tragedia.