Può una visita medica mettere a rischio la passione per il tennis? Può mettere in discussione un’intera esistenza? Aldo Tagliaferro – vice caporedattore della Gazzetta di Parma – sul filo dell’ironia e fra le memorie che affiorano in un letto di ospedale si confronta con i piccoli e i grandi temi della vita. Tra diagnosi, operazioni e riabilitazioni – che svelano un universo di inaspettata umanità – si aprono continui flashback sul passato, una sorta di testamento generazionale. Per scoprire che alla fine non prendersi sul serio aiuta e che tornare in campo dopo un’operazione è una piccola, grande vittoria.
Veneto di nascita (del 1964), apolide per vocazione e parmigiano d’adozione, Tagliaferro ha iniziato a respirare l’aria dei quotidiani fin da bambino. Laureato in Lingue a Ca’ Foscari, dopo le prime esperienze alla Tribuna di Treviso e al Gazzettino, approda alla Gazzetta di Parma, dove si occupa di Economia, Motori e Web, prima di passare all’ufficio centrale dove è vice caporedattore. Ha coltivato due grandi passioni, il rock degli anni 7o e l’enologia. La prima lo ha portato a essere per vent’anni il tour manager in Italia dei Tethro Tull, la seconda a essere consigliere del Seminario Permanente Luigi Veronelli.