Il Direttivo Aser parte civile al fianco dei giornalisti minacciati dalla mafia
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna (ASER), riunitosi dopo la pausa agostana, interviene sulla vicenda delle minacce mafiose ricevute da Gabriele Franzini, direttore del telegiornale di Telereggio, come emerso a conclusione dell’indagine “Aemilia”.
Il sindacato unitario dei giornalisti emiliano-romagnoli esprime innanzitutto la propria totale, incondizionata solidarietà al collega Franzini, ricordando che lui stesso e l’emittente per cui lavora sono stati già in passato oggetto di intimidazioni più o meno gravi, semplicemente perché hanno raccontato fatti in modo corretto e puntuale, senza timori o reverenze: cioè, in altre parole, perché hanno fatto giornalismo.
Oggi più che mai, di fronte a questo episodio e a questa inchiesta, la categoria deve essere compatta e solidale, e stimolata a continuare a fare al meglio il proprio mestiere, così come le forze politiche e le istituzioni dovrebbero essere tetragone davanti ai criminali d’ogni livello, e impermeabili a qualsiasi forma di infiltrazione e collusione.
Tutto questo in un Paese dove si moltiplicano le pressioni e le aggressioni, non solo verbali, a cronisti nello svolgimento delle proprie funzioni: l’ASER pertanto, nel dichiararsi molto preoccupata coglie l’occasione per rinnovare la solidarietà e la vicinanza agli altri giornalisti vittime in questi anni di attacchi, come la collega Sabrina Pignedoli del Carlino, che – nella stessa città e per la stessa vicenda giudiziaria – è stata minacciata addirittura da un esponente di quelle forze dell’ordine che dovrebbero combattere il crimine e difendere i cittadini, giornalisti compresi.
L’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna annuncia fin d’ora che in occasione dei procedimenti penali riguardanti questi episodi, si costituirà parte civile ogni volta che le sarà consentito.