Indagato il presidente dell’Ordine ER per attività svolta quando era in Regione. “Chiarirò tutto”
“Sono sereno, dimostrerò l’insussistenza dell’ipotesi accusatoria nei modi e nelle sedi opportune”. Lo ha detto all’Ansa il presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna Gerardo Bombonato, destinatario di un avviso di fine indagine per falso in atto pubblico e concorso in truffa aggravata, insieme all’assessore all’Integrazione del Comune di San Lazzaro di Savena, Raymond Dassi. Come ha riferito Il Resto del Carlino, l’indagine non riguarda l’attività di Bombonato nell’Ordine, ma quella (nel frattempo conclusa) di capo ufficio stampa dell’assemblea legislativa in Regione.
Per l’accusa (Pm Morena Plazzi) nel 2009 Bombonato incaricò e poi pagò Dassi per un corso con cui l’assessore doveva insegnare al personale l’utilizzo di un software e la gestione del sito internet del Consiglio regionale. Secondo il Pm, il corso, dopo le prime lezioni, non è mai stato portato a termine e ciò nonostante Bombonato firmò il nulla osta a pagare la fattura di Dassi, per 10mila euro.
“L’accusa è frutto di un clamoroso equivoco che siamo in grado di chiarire”, ha detto con una nota l’avv. Maria Grazia Tufariello, che assiste Bombonato. “Essa, ad esempio, fa riferimento a un corso di formazione di ben 200 ore: caratteristica didattica praticamente inesistente. La confermata prassi in tale settore, infatti, contiene i tempi delle lezioni in un massimo di 20-30 ore che possono arrivare fino a 60 o 90. Nei trascorsi anni 70 ‘150 ore’ erano addirittura il percorso di un intero anno scolastico. È evidente dunque che l’iniziativa di aggiornamento – riservata ai componenti dell’Ufficio Stampa dell’ Assemblea legislativa dell’ Emilia-Romagna – comprendeva non solo gli incontri in aula ma tutta una serie di attività che finora non sono state prese in considerazione e che giustificano il pagamento effettuato con l’assenso del dottor Bombonato”. “La procedura – ha proseguito Tufariello – ci ha finora impedito di intervenire. Siamo pertanto lieti della comunicazione della fine delle indagini per poter finalmente chiedere di essere sentiti e così fornire la verità sul fatto contestato. Lo faremo al più presto. Ci teniamo inoltre a far sapere che l’ inchiesta è stata aperta per una segnalazione anonima. Ci riserviamo dunque – una volta appurata la verità a noi favorevole – di agire legalmente nei confronti di quanti risultassero avere accusato il dottor Bombonato sapendolo innocente”.