Intelligenza artificiale: i segreti svelati in un corso

di Dora Carapellese

“L’intelligenza artificiale non è il futuro, ma il presente: sta entrando nel lavoro giornalistico e per questo motivo va governata dai giornalisti che non potranno comunque mai essere sostituiti da questa tecnologia” è così che ha esordito il giornalista Matteo Naccari,  al corso sull’IA organizzato dall’Ordine dei Giornalisti Emilia Romagna e dalla Fondazione Giornalisti dell’Emilia-Romagna in collaborazione con l’Associazione della Stampa Emilia-Romagna (ASER).
L’evento ha visto la presenza di numerosi partecipanti interessati al tema:  una realtà destinata ad evolversi. Tutti hanno concordato sul fatto che l’IA debba essere monitorata e studiata.

E’ stato somministrato un sondaggio ai partecipanti che ha esplorato l’uso dell’IA nel loro lavoro e le modalità con cui la impiegano. Nonostante il campione fosse limitato (70 partecipanti) rispetto all’intera comunità giornalistica italiana, il sondaggio ha offerto preziosi spunti su un pubblico così specifico.

Il 75% dei giornalisti fa uso quotidiano di strumenti di AI, un dato che dimostra chiaramente l’interesse crescente per queste tecnologie.

La maggior parte delle soluzioni adottate sono gratuite, si parla di Copilot e Gemini per esempio, spesso utilizzati in combinazione con ChatGPT3.5. Solo il 10% dei professionisti ha optato per soluzioni a pagamento, nonostante queste offrano prestazioni significativamente superiori.

Gli strumenti di IA usati supportano un’ampia gamma di attività giornalistiche, dalla generazione di contenuti e sintesi di testi, generazione di idee, alla produzione di immagini, dimostrando un inaspettato elevato utilizzo in quest’ultima categoria. Le statistiche di questo piccolo campione rivelano che l’uso di AI non varia significativamente a seconda del tipo di strumento utilizzato, indicando una versatilità di applicazione tra le diverse soluzioni disponibili.

Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie non è priva di sfide. Le difficoltà più comuni riscontrate dai presenti includono la complessità nell’uso dei chatbot e di qui la necessità di un adeguato supporto formativo per massimizzare l’efficacia di questi strumenti. Fermo restando il rispetto delle leggi e del contratto di lavoro .

Nel panel dei relatori Alessia Pizzi, consulente del progetto “Osservatorio sul giornalismo digitale”, ha contribuito al Report 2024, che analizza come e dove si informano le persone, e l’impatto delle nuove tecnologie sul giornalismo. Pizzi ha illustrato le tendenze attuali e i nuovi scenari per il giornalismo, esplorando casi di studio, rischi e strategie per integrare l’AI nelle redazioni.

Non poteva mancare l’aspetto più pratico di questo argomento, con Sergio Bertolini, ingegnere informatico e consulente IA: ha mostrato come l’IA possa essere applicata concretamente nel giornalismo. Ha presentato vari strumenti, tra cui ChatGPT-4, sottolineando i miglioramenti rispetto alla versione precedente, come un dataset più ampio, capacità di mantenere il contesto e ragionamento migliorato. Ha inoltre discusso l’importanza del “prompt engineering” per ottenere risultati ottimali dalle IA.

 

La legge cosa dice in proposito? L’avvocata Betty De Paola, esperta in privacy e nuove tecnologie, ha affrontato gli aspetti legali dell’uso dell’IA, sottolineando le implicazioni giuridiche e la necessità di conformità alle normative sulla protezione dei dati.

Il seminario ha fornito ai giornalisti partecipanti una panoramica completa delle potenzialità e delle sfide dell’IA nel giornalismo. È stato sottolineato più volte come l’IA possa migliorare l’efficienza e l’engagement dei lettori, purché se ne conoscano bene i limiti e le potenzialità. Ma è stata anche sostenuta la necessità di accordi per l’introduzione e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale: i giornalisti devono contribuire a governarne l’introduzione nelle redazioni. Non si devono dimenticare il rispetto delle regole a tutela dei cittadini e la difesa dei lavoratori

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