#IoNonStoZitta: anche due reggiane tra le giornaliste minacciate

cpoC’era Sabrina Pignedoli, in rappresentanza anche della collega della redazione di Reggio Emilia Benedetta Salsi, all’evento #IoNonStoZitta organizzato a Roma dalla Commissione Pari Opportunità della Fnsi in occasione dell’8 marzo per dare voce e sostegno alle tante colleghe (almeno 53 nel 2015) che, da nord a sud del Paese, subiscono a causa del lavoro che svolgono minacce e ritorsioni, spesso di stampo sessista.

Un fenomeno in preoccupante aumento fatto di minacce di morte, aggressioni, avvertimenti, lettere minatorie, attacchi di hacker, querele temerarie.

Sabrina Pignedoli, giornalista del Carlino e corrispondente Ansa da Reggio Emilia, venne sottoposta a pressioni per non pubblicare notizie tra i risvolti dell’indagine della Dda di Bologna, che ha portato al processo Aemilia in corso in questi mesi. In particolare l’accusa delle minacce alla cronista è rivolta a un poliziotto, Domenico Mesiano, ex autista del questore, arrestato, che deve rispondere anche di concorso esterno in associazione mafiosa.

Benedetta Salsi, cronista da Reggio del Carlino online aveva scritto un articolo su un ragazzo convertito all’Islam e indagato per terrorismo. In seguito a ciò sul sito Musulmani d’Italia è stato  pubblicato il seguente post: “Benedetta Salsi di Reggio Emilia, giornalista presso il Resto del Carlino, ha alle spalle una vita poco dignitosa e scarsi risultati nel suo ambito lavorativo. Voci indiscrete raccolte con molta facilità possono rivelare un passato all’insegna delle luci rosse e droga. E’ islamofoba ovviamente, non poteva essere altrimenti”. A queste parole sono seguite una serie di citazioni dal Corano e alcune minacce nei confronti degli infedeli. Il finale del commento: “Considerando lo statuto giuridico islamico questi atti sono punibili severamernte”. Ma la cosa più sconcertante è che, nonostante denunce e richieste, Facebook si è rifiutata di rimuovere il post.

Proprio dalle giornaliste minacciate e dalle componenti della Cpo della Fnsi è partita una raccolta di firme per chiedere un intervento legislativo contro le querele temerarie che preveda una sanzione pecuniaria proporzionale all’entità del risarcimento  richiesto da chi intraprende un’azione legale che si dovesse rivelare infondata.

Nella foto: da sinistra la segretaria della Cpo Fnsi Antonella Benanzato, la presidente della Cpo Fnsi Alessandra Mancuso e la cronista del Carlino di Reggio Emilia Sabrina Pignedoli.

 

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