Il datore di lavoro non può esaminare il computer di un proprio dipendente per accertare eventuali violazioni disciplinari. Lo ha sancito la Cassazione (sentenza 18442/13) rigettando il ricorso di una casa di cura siciliana che voleva utilizzare contro l’addetto all’accettazione della struttura i dati del suo stesso pc. I giudici hanno sottolineato che il personal computer contiene dati sensibili il cui tracciamento viola la riservatezza del lavoratore e l’attività di scandagliamento travalica la proporzionalità che deve essere comunque rispettata tra l’infrazione commessa e la tutela della privacy della persona.
© All Rights Reserved - Associazione della Stampa Emilia-Romagna
C.F. 02088000373. Registrazione tribunale di Bologna n. 5950 del 25/02/1991