La Fnsi con Repubblica: “I giornalisti non devono pagare sempre i costi maggiori della crisi”

La Federazione nazionale della stampa italiana “esprime forte comprensione ed è vicina ai colleghi di Repubblica oggi in sciopero per ribadire la centralità del lavoro dei giornalisti e della loro occupazione. A fronte dell’ipotesi aziendale di tagliare altri 81 giornalisti, con un nuovo piano di ristrutturazione/riorganizzazione, i colleghi di Repubblica pongono la questione della funzione essenziale del loro lavoro in un’industria editoriale e, peraltro, a una posizione primaria in Italia”. 
Il sindacato dei giornalisti ribadisce in una nota che “le criticità economiche derivanti da cali di ricavi per vendite e soprattutto pubblicità vanno affrontate ricercando più soluzioni e ripartendo gli eventuali oneri sulla base di pesi che vanno tenuti in equilibrio. Il costo maggiore non può ancora essere pagato da chi produce la materia prima dei giornalisti – l’informazione -, cioè i giornalisti, per questo a fronte di una protesta che segnala disagio, criticità ed insofferenza dei lavoratori, è necessario un atteggiamento di moderazione di tutte le parti in causa e soprattutto di quella aziendale perché tutti i fattori della situazione attuale e di quella che si vorrebbe con un giornale ormai definitivamente multimediale siano valutati attentamente non solo sul piano contabile e gestionale ma anche su quello prospettico dello sviluppo editoriale”.
“Certamente – conclude la Fnsi – i giornalisti non devono pagare oltre misura costi di una logica di mercato di cui devono tenere conto ma in cui rimangono protagonisti essenziali. Lo scontro in atto tra azienda e redazione va, quindi, acquisito come espressione di posizioni in contrasto che vanno analizzate con attenzione senza pregiudizi per ricercare nuove frontiere di rilancio per tutti”.

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