Licenziata da Marie Claire secondo la Legge Fornero: precedente che mina la libertà di stampa

marieclaireHearst Marie Claire, del gruppo Hearst, ha deciso di licenziare la giornalista Alba Solaro, caporedattore di Marie Claire, usando la cosiddetta Legge Fornero. A nulla sono valsi gli scioperi indetti dalla redazione e tutte le iniziative sindacali del CDR, dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa. L’azienda non ha accettato né il ricorso a un ammortizzatore sociale a rotazione, peraltro utilizzato in passato in azienda e oggi nel resto del gruppo, per salvare il posto di lavoro della collega e nemmeno una ricontrattazione della sua posizione. Attestando così, di fatto, l’assenza di vero giustificato motivo del provvedimento assunto.

Ma l’uso delle nuove norme per  licenziare una giornalista con motivazioni economiche e organizzative costituisce un precedente pericolosissimo per tutta la categoria e mina la libertà di stampa e i fondamenti democratici del Paese. Qualunque editore o direttore ritenga sgradito un giornalista perché, per esempio, si è opposto alla commistione tra informazione e pubblicità, perché ha denunciato con un’inchiesta il politico locale, perché ha scoperto lo scandalo legato a una banca, lo potrà licenziare accampando “giustificati motivi oggettivi”. Finora le nuove norme sono state usate raramente contro la categoria dei giornalisti, e mai in grandi gruppi di lunga tradizione. Da oggi, col licenziamento di Alba Solaro, arriva la svolta che mette a rischio di ricattabilità tutti i giornalisti e mina la stessa libertà di stampa garantita dalla Costituzione.

Fnsi e Alg contestano il provvedimento nei confronti di Alba Solaro e annunciano nuove iniziative contro il licenziamento dei giornalisti e per la salvaguardia del diritto/ dovere di informazione nel nostro Paese.

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