Manovra, Fnsi: «Passo in avanti per l’Inpgi, niente per l’occupazione». Inpgi, ecco cosa prevede la norma
Manovra, Fnsi: «Passo in avanti per l’Inpgi, niente per l’occupazione»
«La soluzione ipotizzata dal governo per affrontare la crisi dell’Inpgi è un passo in avanti importante, ma non definitivo, verso il riordino del settore. La preferenza dell’esecutivo per una delle due soluzioni elaborate dal tavolo tecnico, anche grazie al lavoro fondamentale dei vertici dell’Inpgi, sgombra il campo dall’ipotesi di commissariamento e liquidazione dell’Istituto, che infatti non scomparirà». Lo afferma, in una nota, Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi.
«Se la salvaguardia delle prestazioni presenti e future rappresenta un risultato di cui dare atto al governo, che non ha ceduto alle pressioni per soluzioni che avrebbero penalizzato i giornalisti e cancellato l’Inpgi – osserva Lorusso – non lo stesso può dirsi per gli interventi ipotizzati nello schema di legge di Stabilità per sostenere il settore. L’istituzione di un fondo per l’editoria, per il quale si prevede lo stanziamento di 230 milioni in due esercizi di bilancio, è una notizia positiva soltanto a metà. Manca completamente, infatti, il riferimento alla tutela e al rilancio del lavoro giornalistico, considerato che, stando alla bozza della norma, l’occupazione da sostenere sarebbe quella di non meglio identificati “giovani professionisti qualificati nel settore dei nuovi media”. Un’impostazione inaccettabile che dovrà essere rivista. È impensabile finanziare con risorse pubbliche gli investimenti e la transizione al digitale delle imprese dei media senza prestare attenzione al lavoro dei giornalisti, sempre più precario e calpestato nei diritti fondamentali».
Per questa ragione, «la Fnsi – conclude il segretario generale – continua a chiedere la creazione di un tavolo permanente per l’editoria fra governo e parti sociali per affrontare compiutamente le criticità del settore e individuare politiche di rilancio dell’occupazione giornalistica e del mercato».
Macelloni: «L’Inpgi continuerà ad esistere e ad essere punto di riferimento per i giornalisti»
«Il consiglio dei Ministri ha inserito nel testo della legge di Stabilità la norma che consentirà il passaggio parziale degli iscritti dall’lnpgi all’lnps dal primo luglio 2022. Si tratta di una delle due ipotesi formulate dalla Commissione istituita presso la presidenza del Consiglio alla quale l’Inpgi ha partecipato insieme a ministero del Lavoro, ministero delle Finanze, Inps e la stessa presidenza del Consiglio. Noi abbiamo lavorato fino all’ultimo perché il governo decidesse per la nostra proposta, quella dell’allargamento della platea che avrebbe consentito all’lnpgi di rimanere autonomo nel suo insieme. Contemporaneamente abbiamo lavorato perché la soluzione di passaggio all’lnps fosse comunque la più tutelante nei confronti degli iscritti e delle loro tutele previdenziali». Così la presidente dell’Inpgi, Marina Macelloni, in una nota.
«Abbiamo ottenuto – sottolinea ancora – tre cose fondamentali: l’Istituto non sarà commissariato, tutte le prestazioni maturate al 30 giugno secondo le regole Inpgi, anche quelle di chi non è ancora andato in pensione, sono salvaguardate, l’Inpgi continuerà a esistere per assicurare la previdenza dei giornalisti che svolgono lavoro autonomo. Questo era il nostro dovere di amministratori e credo che lo abbiamo assolto nel migliore dei modi. L’Inpgi continuerà a esistere e continuerà a essere, come è sempre stato, un punto di riferimento fondamentale per i giornalisti».
Inpgi, ecco cosa prevede la norma inserita nella bozza di manovra
In attesa di comprendere i dettagli del nuovo ordinamento della previdenza dei giornalisti ecco un breve e sommario quadro analitico di quello che prevede la norma inserita nella bozza di legge di Stabilità.
1. Dal 1° luglio 2022, la funzione previdenziale svolta dall’Inpgi è trasferita, limitatamente alla gestione principale, all’Inps. L’Inpgi rimane istituto autonomo per i giornalisti lavoratori autonomi e parasubordinati. Entro il 30 giugno 2022, l’Istituto dovrà provvedere alla modifica dello statuto e dei regolamenti interni ai fini dell’adeguamento alla funzione di ente di pura gestione separata (autonomi e co.co.co.) quindi l’attuale Inpgi2. Entro quindici giorni dalla data di approvazione dello statuto da parte dei ministeri vigilanti, vanno indette le elezioni per il rinnovo degli organi dell’Istituto.
2. Il regime pensionistico è uniformato, nel rispetto del principio del pro-rata, a quello degli iscritti Inps con effetto dal 1° luglio 2022. In particolare, per gli assicurati presso la gestione sostitutiva dell’Inpgi, l’importo della pensione è determinato dalla somma:
a) delle quote di pensione corrispondenti alle anzianità contributive acquisite fino al 30 giugno 2022 calcolate applicando le disposizioni vigenti presso l’Inpgi;
b) della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive acquisite a decorrere dal 1° luglio 2022, applicando le disposizioni vigenti nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
3. Ai soggetti già assicurati presso la gestione principale dell’Inpgi per i quali il primo accredito contributivo decorre in data compresa tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2016, non si applica il massimale contributivo di circa 100.000 Euro (in pratica, le retribuzioni sono imponibili ai fini contributivi fino a concorrenza di un massimale annuo la parte di retribuzione eventualmente eccedente non è soggetta a contribuzione). Il meccanismo del massimale contributivo di cui sopra si applica ai soggetti già assicurati presso la gestione sostitutiva dell’Inpgi con primo accredito contributivo decorrente in data successiva al 31 dicembre 2016, per i quali il trattamento pensionistico è calcolato esclusivamente con il sistema di calcolo contributivo.
4. Ai fini del diritto al trattamento pensionistico, i soggetti già assicurati presso l’Inpgi1 che abbiano maturato entro il 30 giugno 2022 i requisiti previsti dalla normativa vigente presso l’Inpgi alla predetta data conseguono il diritto alla prestazione pensionistica secondo la medesima normativa.
5. Il Comitato amministratore del fondo pensione dipendenti è integrato da un rappresentante dell’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa della categoria dei giornalisti, limitatamente alle adunanze e alle problematiche concernenti i giornalisti.
6. Dal 1° luglio 2022 e fino al 31 dicembre 2023, i trattamenti di disoccupazione e di cassa integrazione guadagni sono riconosciuti ai giornalisti aventi diritto secondo le regole previste dalla normativa regolamentare vigente presso l’Inpgi alla data del 30 giugno 2022. A decorrere dal 1° gennaio 2024 si applica la disciplina Inps.
7. A decorrere dal 1° luglio 2022 e fino al 31 dicembre 2023 l’assicurazione infortuni continua a essere gestita secondo le regole Inpgi. I trattamenti sono erogati a carico dell’Inail, al quale afferisce la relativa contribuzione. A decorrere dal 1° gennaio 2024 si applica la disciplina prevista per la generalità dei lavoratori, quindi il regime Inail.
8. Un contingente di personale Inpgi di massimo 100 unità sarà selezionato, attraverso una procedura di selezione finalizzata all’accertamento dell’idoneità in relazione al profilo professionale di destinazione, nonché alla valutazione delle capacità in ordine alle funzioni da svolgere e quindi inquadrato presso l’Inps nei relativi ruoli sulla base della apposita tabella di comparazione.
9. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, sono stabilite le modalità per lo svolgimento della procedura di selezione ed è definita la tabella di comparazione applicabile ai fini dell’inquadramento nei ruoli dell’Inps del personale selezionato.
10. I dipendenti provenienti dall’Inpgi mantengono il trattamento economico fisso (ad esempio nella PA: lo stipendio, la tredicesima, l’indennità integrativa speciale (IIS), l’indennità di vacanza contrattuale (IVC) o altre indennità specifiche degli enti/amministrazioni) percepito alla data dell’inquadramento. Nel caso in cui il suddetto trattamento economico risulti più elevato rispetto a quello in godimento al personale già dipendente dell’Inps, si applica un differenziale, riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti, anche determinati dalla contrattazione collettiva nazionale e decentrata.
11. Al fine di favorire una rapida ed efficace integrazione delle funzioni, è costituito un Comitato di integrazione composto dal direttore generale e da tre dirigenti dell’Inpgi, in carica alla data del 31 dicembre 2021, nonché da quattro dirigenti incaricati di funzioni di livello dirigenziale generale dell’Inps, coordinati dal direttore generale dell’Inps, con il compito di pervenire alla unificazione delle procedure operative e correnti entro il 31 dicembre 2022. Ai componenti del Comitato non possono essere corrisposti gettoni di presenza, compensi, rimborsi spese o altri emolumenti comunque denominati. Dall’attuazione del presente comma non devono derivare oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.
12. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di Bilancio, è disposta l’integrazione del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps con due membri designati in rappresentanza delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative della categoria di giornalisti.
13. A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di Bilancio e fino alla data del 01/07/2021, gli organi dell’Inpgi possono compiere atti di amministrazione straordinaria soltanto previa notifica ai ministeri vigilanti.
Inpgi, chi tratta con il governo e chi prova ad attribuirsene i meriti
Non stupiscono prese di posizione trionfalistiche e autocelebrative mentre la trattativa per il futuro dell’Inpgi è ancora in corso. Soprattutto perché provengono da quella parte della categoria, largamente minoritaria, che ha lavorato nell’ombra per far fallire la trattativa stessa e fare in modo che all’Inpgi fosse nominato un commissario (auspicio espresso, peraltro, in documenti approvati e resi pubblici), con tutto quello che ne sarebbe conseguito in termini di tagli alle prestazioni.
Di fronte a uno scenario opposto a quello perseguito, adesso si vaneggia di inesistenti garanzie pubbliche, cercando di cambiare le carte in tavola e attribuendosi meriti che, se una soluzione soddisfacente arriverà, saranno evidentemente di altri.
Fin troppo chiara è la ragione di certe uscite: colpire alle spalle la trattativa con il governo, tuttora in corso, per arrivare al commissariamento dell’Inpgi e al massacro delle pensioni presenti e future.
La Fnsi, la presidente e il gruppo dirigente dell’Inpgi continueranno a lavorare insieme per garantire un futuro di sostenibilità all’assetto previdenziale e al welfare dei giornalisti, scongiurando la scomparsa dell’Inpgi, vero obiettivo di una parte minoritaria del sindacato e della categoria.