Pensioni, Fnsi e Ungp: «Operazione che penalizza anche i più deboli»
Secondo le ultime indiscrezioni, il governo sta pensando di replicare lo schema dello scorso anno bloccando l’indicizzazione per alcuni assegni. «Un’operazione pericolosa, soprattutto nel momento in cui l’inflazione sta erodendo redditi e potere d’acquisto», rilevano la segretaria generale Alessandra Costante e il presidente dell’Unione pensionati Paolo Serventi Longhi.
Fare cassa con le pensioni. Alla prova del nove della legge di bilancio, il governo sta pensando di replicare lo schema dello scorso anno, bloccando l’indicizzazione degli assegni. Secondo le indiscrezioni delle ultime ore si vorrebbe mantenere la rivalutazione al 100% dell’inflazione per gli assegni fino a 4 volte il minimo (2100 euro lordi), ma sulla fascia tra 4 e 5 volte il minimo (fino a 2600 euro lordi) l’indicizzazione come lo scorso anno potrebbe già essere ritoccata al ribasso.
«Un’operazione pericolosa per una delle fasce più ampie di pensionati, soprattutto nel momento in cui l’inflazione sta erodendo redditi e potere d’acquisto», spiegano la segretaria generale della Fnsi Alessandra Costante e il presidente dell’Ungp, Paolo Serventi Longhi.
«I pensionati – proseguono – sono coloro che meno degli altri possono difendersi dall’aumento dei prezzi. E nella seconda fascia mediana, che potrebbe essere sottoposta al taglio, si trovano colleghi che sono stati espulsi dal mondo del lavoro con i prepensionamenti e che già devono fare i conti con assegni inferiori rispetto alla normalità».
Anche se ferma ad un livello inferiore rispetto al 2022, ad agosto quest’anno l’inflazione si è attestata al 5,5%.
Da www.fnsi.it