Quando, tre anni fa, nacque il premio dedicato alla giornalista imolese Marina Garbesi, i promotori realizzarono subito che non era sempre facile spiegare la motivazione che li aveva ispirati – promuovere un’informazione corretta sulla disabilità – e, assieme, dare un contributo alla difesa dei principi fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza.
Era difficile immaginare che la questione sarebbe stata risolta dall’evoluzione del quadro politico nazionale e internazionale. Con un Capo di Stato – l’argentino Milei – che arriva ad affermare in un atto ufficiale la necessità di tornare a chiamare “idioti” i disabili mentali. E col presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che – senza uno straccio di prova – attribuisce alle politiche di inclusione un incidente aereo. E che – nonostante questo e molto altro – continua a essere il faro e la guida dell’estrema destra nella battaglia contro il politicamente corretto, ormai diventata una rivendicazione della libertà di diffamazione.
Mai come oggi “le parole fanno la differenza”. E, davvero, non c’è luogo più adatto per affermarlo di una città Medaglia d’oro della Resistenza. Come ha sottolineato il sindaco di Imola, Marco Panieri, aprendo, nella sala della Biblioteca comunale, la cerimonia di consegna del premio a Stefania Delendati, direttrice del giornale online Superando.it. Un organo di informazione che da vent’anni segue le tematiche della disabilità. Un legame, quello tra i diritti e la lotta di Liberazione, ribadito col ricordo – da parte del presidente dell’ANPI di Imola, Gabrio Salieri – di Virginia Manaresi, nome di battaglia “Gina”, scomparsa lo scorso 6 aprile, dopo avere compiuto i 100 anni il 26 novembre scorso.
La consapevolezza che “le parole fanno la differenza” – un’apparente ovvietà – rispetto alle tematiche della disabilità è un’acquisizione relativamente recente dei giornalisti italiani. È infatti di appena un anno fa l’approvazione – da parte del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti – delle Linee Guida “Prima la persona”. Ne ha parlato uno degli autori, Lorenzo Sani, consigliere dell’Ordine nazionale. Si tratta di un manuale, tecnico e deontologico, per i professionisti dell’informazione. Un altro manuale, dedicato all’informazione sulla salute mentale, sarà presentato a Imola nel prossimo autunno, sempre nell’ambito del Premio Garbesi.
Certo, usare le parole giuste è importante, ma non è sufficiente, come è emerso nella discussione coordinata Simone Fanti, giornalista di Oggi e direttore della Fondazione Mantovani Castorina. Le parole, anche le più precise, “cadono” in un contesto che può essere più o meno sensibile e consapevole. Benché le persone disabili – come ha sottolineato Alexa Pantanella, fondatrice di Diversity and inclusion speaking – costituiscano la più grande minoranza della Terra, la loro presenza è in tutti gli ambiti minoritaria e marginale. Le straordinarie campagne di Coordown, illustrate dal consigliere nazionale dell’associazione Riccardo Bianchi, evidenziano fin dai titoli il problema: Assume that I can; No Decision Without Us; Ridiculous excuses.
Prossimo appuntamento, dunque, in autunno. Per un nuovo confronto sulle parole e per l’altra sezione del Premio, dedicata alle opere di Graphic novel.
- Il premio Garbesi è stato promosso da Ludovico Bellu, il figlio della giornalista, un ragazzo autistico di 26 anni, e ha il sostegno del Comune di Imola, dell’Associazione Impresa e Professioni, di Coop Alleanza 3.0, del Con.Ami (Consorzio Azienda Multiservizi Intercomunale), della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, della Legacoop Imola e di Asscooper e ha il patrocinio dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani – Sezione di Imola ETS, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dell’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, della Federazione Nazionale della Stampa, dell’Associazione della Stampa dell’Emilia-Romagna e del settimanale sabato sera. Media partner, il quotidiano la Repubblica del gruppo editoriale GEDI).