Processo Aemilia, ancora attacchi ai giornalisti. Fnsi e Aser: “Non dobbiamo sottovalutare le minacce”
«Giornalisti in galera», urlano nel corso dell’udienza alcuni imputati nel processo Aemilia. «I giornali scrivono cose non vere», era stato poco prima l’attacco di uno dei difensori. Questo il clima che si respira in tribunale a Reggio Emilia, dove si celebra il processo sulle presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna, come riporta puntualmente la Gazzetta di Reggio.
«Sarebbe un gravissimo errore sottovalutare le nuove minacce che gli imputati nel processo Aemilia e i loro legali hanno rivolto, e non è la prima volta che accade, nei confronti dei cronisti che da tempo seguono tale vicenda. Non è tollerabile che si possano usare persino le aule di giustizia per tentare di intimidire chi svolge il proprio mestiere di informare i cittadini». È il commento del segretario generale e del presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e della presidente dell’Associazione Stampa Emilia Romagna, Serena Bersani.
«Non solo siamo solidali con i colleghi – proseguono –, ma concorderemo con tutti i giornalisti coinvolti la nostra presenza alle prossime udienze del processo e inoltre promuoveremo un’iniziativa pubblica a sostegno dei cronisti minacciati e, soprattutto, a sostegno del diritto dei cittadini ad essere informati su quanto accade nelle loro città».
«Dovete sapere – è la risposta del direttore della Gazzetta di Reggio, Stefano Scansani, a chi vorrebbe i giornalisti in galera – che se anche dovessimo finire dentro continueremmo a fare il nostro mestiere».
«Il processo “Aemilia”, oltre ai crimini contestati, continua purtroppo a rivelarci particolari gravi, come la notizia di alcuni magistrati reggiani sotto protezione perché minacciati, e di insulti a giornalisti, “rei” – gli uni e gli altri – semplicemente di fare il proprio lavoro», è intervenuto sulla vicenda il sindaco di Scandiano Alessio Mammi.
«A queste persone, che nell’adempimento del dovere tutelano ciascuno di noi, vanno la solidarietà incondizionata e la gratitudine dell’Amministrazione comunale di Scandiano, oltre alle mie personali di cittadino. Con il loro lavoro cercano la verità e difendono democrazia e libertà.
La lotta alle mafie non può essere circoscritta al piano giudiziario, quando i reati sono già stati commessi: le mafie si sconfiggono se ognuno fa ogni giorno la propria parte con onestà, in qualunque ambito, ed è vicino e solidale a chi, come magistrati e giornalisti, è più esposto di altri».