Scomparso Giorgio Boschini. Il cordoglio della stampa modenese e dell’Aser

E’ morto a Modena a 81 anni Giorgio Boschini, per quasi sessant’anni attivo nel giornalismo locale. Così lo ricorda il consigliere nazionale della Fnsi Saverio Cioce sulla Gazzetta di Modena:

“Lutto nel mondo dell’informazione modenese per la scomparsa di Giorgio Boschini, 81 anni e sessanta passati sulla macchina da scrivere con militanza giornalistica a tutto campo che lo ha portato dai giornali della sua città al quotidiano cattolico per eccellenza negli anni ’60 e poi entrare in Rai come corrispondente per le cronache sotto la Ghirlandina.

La sua voce bassa e profonda, con uno spiccato accento geminiano, era diventata un appuntamento fisso quando la Rai faceva i collegamenti radiofonici. Nato a Modena 1936, Giorgio Boschini era il più giovane di quattro fratelli. Forte educazione cattolica e attenzione verso il mondo contemporaneo: sono queste le doti del suo corredo professionale che ha condiviso con il fratello maggiore Nazario sin dai primi passi della professione.

Dopo gli studi alle scuole superiori Giorgio comincia a collaborare con il quotidiano dei vescovi, l’Avvenire d’Italia che si stampava a Bologna. «I due fratelli erano in completa sintonia – racconta la nipote Cristina, pure lei erede della passione giornalistica e in forza in un ufficio stampa – Mio padre Nazario faceva il maestro di giorno e correva di pomeriggio a Bologna, dove si stampava l’Avvenire, per chiudere sino a notte il giornale. Zio Giorgio invece voleva fare il giornalista e continuò per la sua strada».

Entrambi furono collaboratori alla Gazzetta dell’Emilia (questo il nome per alcuni anni della Gazzetta di Modena) poi Giorgio fu assunto e continuò la sua attività giornalistica in maniera esclusiva. Alla fine degli anni ’60 inizio la collaborazione con la Rai per cui fu per un ventennio corrispondente, prima solo con la radio e poi anche con la televisione, anche se i mezzi dell’epoca permettevano le “dirette” solo in casi eccezionali.
Profondo conoscitore della realtà modenese non infierì mai sugli avversari politici, anche se i battibecchi privati con amici e conoscenti di fede comunista erano proverbiali.

Nel ’75 collaborò alla nascita del “Foglio di Modena” vicino col gemello bolognese al Mulino di Pedrazzi e poi via Emilia. Fu anche fondatore dell’Ager (Associazione Giornalisti Emilia Romagna e del Circolo della Stampa, nonché autore di tre libri tra cui l’ultimo, stampato due anni fa, che raccontava fatti e misfatti delle imprese giornalistiche e politiche modenesi. I funerali si terranno domani, 23 marzo 2017, alle 14.30 nella chiesa di S.Agnese”.

Saverio Cioce

 

Questo il comunicato dell’Associazione stampa modenese, a cui si unisce l’Aser:

“L’Associazione Stampa modenese porge le condoglianze ai familiari e saluta Giorgio Boschini, gran giornalista e persona cara e per bene.

Un maestro per tanti, ora che si può dire senza che ci sgridi.

Ha sperimentato diversi linguaggi del giornalismo (dalla carta stampata alla radio e alla televisione) e ha pubblicato libri con Modena nel cuore.

Fin quando ha potuto, ha continuato a scrivere, lucidamente, piano nei toni e ficcante nell’efficacia, raccontando e disambiguando la realtà che osservava.

Mai avaro di consigli per i più giovani, sapeva porsi come esempio “naturalmente”, senza fare della sua competenza ed esperienza un gradino che alza la cattedra.

Nel suo libro “Tutti i particolari in cronaca” ha ripercorso le vicende editoriali modenesi di 60 anni, tra il 1945 e il 2005.

Dietro gli aneddoti, le vicende, le fasi storiche e i tanti colleghi ricordati, di quelle pagine resta un’idea che oggi ci suona come un lascito: l’informazione, anche a livello locale, forse oggi soprattutto a livello locale, non è un lusso per la democrazia e per la libertà, ne rappresenta una garanzia.

Non ci può essere corretta informazione senza la mediazione giornalistica, senza il lavoro quotidiano di tanti colleghi che raccolgono le notizie, le verificano, le contestualizzano e le raccontano permettendo ai cittadini di formarsi un’opinione.

Insomma, non esiste l’informazione senza il giornalismo.

E questo Giorgio ce lo ha insegnato”.

 

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