Tagli all’editoria, l’impegno di Legnini

Il sottosegretario con delega all'Editoria Giovanni Legnini

Il sottosegretario con delega all’Editoria Giovanni Legnini

Niente nuove tasse sul fumo elettronico. Tagli invece ai fondi per l’editoria e per i paesi in via di sviluppo. La commissione Bilancio della Camera ha approvato ieri il decreto sui debiti della Pa introducendo nuovi tagli che, ha assicurato il presidente Francesco Boccia, saranno cancellati con la Legge di Stabilità.
Dal 2015 la scure scatta anche sui fondi per l’Editoria (17,35 milioni), con una riduzione del 12% sui 144 milioni previsti. Il cambio di copertura sembra paradossale perché, mentre tuona il sindacato dei giornalisti, i produttori di fumo elettronico sembrano aprire, seppure timidamente, all’ipotesi di una maggiore tassazione. “Con rispetto che si deve al parlamento che ricerca risorse per le autonomie locali – dice il segretario generale del sindacato dei giornalisti, Franco Siddi – i tagli a casaccio sono sbagliati. Nell’editoria è necessario un intervento riformatore, che anzi richiede risorse e qualificazioni ragguardevoli”.

“Cercherò di fare in modo che si formalizzi l’impegno del governo in Aula oggi affinché i fondi oggetto di riduzione vengano ripristinati al più tardi con la legge di stabilità. Se così sarà si potrà dire che il rischio è scongiurato e paradossalmente l’intervento di amputazione di questo fondo potrebbe preludere ad un suo consolidamento”. Lo ha detto oggi a Radio Radicale Giovanni Legnini, sottosegretario con delega all’editoria, a proposito del taglio ai fondi per l’editoria e la cooperazione.

“Il governo, il ministero dell’economia, la ragioneria – dice Legnini –  sono stati costretti ad operare un intervento con coperture reperite all’ultimo momento per far fronte ad un impegno assunto con le autonomie locali per ampliare lo spazio del cosiddetto patto verticale, cioè dare più spazio finanziario al sistema degli enti locali. Naturalmente quando si reperiscono coperture all’ultimo momento si rischia sempre di fare tagli non meditati e che non sono frutto di scelte politiche non ragionate. Ciò è accaduto a mio modo di vedere con questo intervento sull’editoria e anche su altri fondi come la cooperazione allo sviluppo, l’otto per mille, fondi sensibili che vanno assolutamente ripristinati”.

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