Unità, il Cdr: “Ancora nessuna ricapitalizzazione. Vi è un’indeterminatezza pesante e pericolosa”

unitaQuesto il comunicato del Cdr dell’Unità a due mesi dal preaccordo con l’azienda:

“Sono passati ormai due mesi da quando il Cdr ha chiuso un preaccordo con l’azienda, confermato dalla redazione in un referendum, che prevede pesanti sacrifici per i lavoratori e misure drastiche e penalizzanti sul prodotto con la chiusura delle cronache di Firenze e Bologna, peraltro già attuata unilateralmente dall’azienda prima che l’intesa fosse stata sottoscritta. A ciò si aggiunge un piano di rigore, dal taglio di importanti agenzie di stampa e della distribuzione ai vincoli strettissimi sull’orario di chiusura del giornale, che mette a rischio la stessa qualità dell’informazione.

A fronte di tutto questo gli azionisti non hanno fatto la loro parte, cioè quell’aumento di capitale precondizione necessaria perché il giornale sopravviva. Eppure ci era stato detto che l’unico ostacolo all’operazione di ricapitalizzazione era per l’appunto il nostro accordo: a questo la redazione e il sindacato ha risposto con puntualità, senza ottenere in cambio lo stesso impegno.

Inaccettabile. Vi è un’indeterminatezza pesante e pericolosa.

La redazione non può restare schiacciata da eventuali pressioni di questa o quella parte del partito di riferimento, il Pd. Nel quadro politico complesso che abbiamo di fronte l’Unità è chiamata a svolgere con un di più di professionalità e di autonomia il proprio ruolo informando i lettori, ai quali dobbiamo dare conto.

Stigmatizziamo il comportamento degli azionisti, allo stesso modo consideriamo inaccettabile quello del management, che pone deadline ultimative soltanto ai giornalisti.

Ad oggi i piani di sviluppo ci appaiono fragili e di difficile realizzazione. C’è stata un’importante attivazione del progetto Pdlive e un’ipotesi di sviluppo del multimediale, che appare tuttavia complicata alla luce dei tagli proposti. Senza investimenti e senza una strategia precisa è difficile contrastare la pesante crisi di settore. Lo riteniamo un danno non solo per i giornali e i suoi lettori, ma anche per quel pluralismo dell’informazione per cui lo Stato riconosce all’Unità un ruolo importante attraverso il contributo dell’editoria.

Occorre chiarezza sulle prospettive e sulle scelte da fare. Chiediamo pertanto che venga resa nota alla rappresentanza sindacale la documentazione pubblica relativa all’aumento di capitale e allo stato patrimoniale dell’azienda. Senza questa chiarezza e senza garanzie precise sul futuro dell’Unità nessun accordo può essere sottoscritto. In un quadro che è mutato pesantemente una possibile intesa va ridiscussa ex novo: il peso dei sacrifici va redistribuito tra i diversi soggetti. Chiediamo inoltre un intervento immediato per sostenere il giornale cartaceo, le vendite in edicola, la presenza nei territori rimasti sguarniti dopo la chiusura delle cronache locali, soprattutto nelle difficili settimane estive.

Il Cdr”

 

 

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