Ratifica del bilancio Inpgi 2015-16: il report del consigliere generale Matteo Naccari
Pubblichiamo il report del consigliere generale Matteo Naccari sulla ratifica del bilancio Inpgi 2015-16.
Care colleghe, cari colleghi,
il 29 aprile il consiglio generale dell’Inpgi ha ratificato il bilancio dell’istituto (39 voti a favore, 17 contrari e 2 astenuti), un bilancio che ha sì visto il 2015 chiudersi con un avanzo di gestione pari a 21 milioni di euro, ma con un disavanzo della gestione previdenziale pari a 111,9 milioni di euro. Insomma, cifre preoccupanti che confermano quanto il nostro ente previdenziale abbia bisogno di incisivi interventi per superare una crisi che non ha precedenti nella sua storia.
Come ha spiegato la neo presidente Marina Macelloni, questi numeri sono frutto di un ulteriore – e robusto – calo dei rapporti di lavoro subordinato, pari al 5,82% (956 in meno rispetto all’anno precedente) con una conseguente contrazione della contribuzione corrente pari a circa 9,7 milioni (-2,8) rispetto al 2014.
Dall’altra parte, però, sono cresciuti la spesa per le pensioni (+3,8%, pari a 461 milioni) e i contributi per gli ammortizzatori sociali, che hanno raggiunto i 37,4 milioni (+3,3% sul 2014). Tradotto: sempre meno giornalisti lavorano e versano contributi, e a sempre più giornalisti (anche e soprattutto sull’onda degli stati di crisi) vengono pagate le pensioni, come è loro diritto. Una situazione che purtroppo rischia di aggravarsi e che a una lettura superficiale i numeri alla fine nascondono, visto che solo «una prudente e diversificata gestione patrimoniale ha consentito di realizzare plusvalenze per 90,2 milioni», creando appunto l’avanzo alla gestione.
Le uniche buone notizie arrivano dalla Gestione Separata, che ha registrato un avanzo economico per l’esercizio 2015 pari a 39,627 milioni, mentre la Gestione previdenziale ha registrato un avanzo di 43,604 milioni, in crescita del 5,84% rispetto all’anno precedente.
Che fare? Il primo passo sarà quello di completare velocemente – entro ottobre – la riforma delle prestazioni, cercando però di non penalizzare nessuno e di garantire alla categoria condizioni di maggior favore rispetto al sistema generale. La prima parte della riforma ha portato benefici – è stimato per quest’anno un aumento dei ricavi pari a 23 milioni di euro –, però è chiaro che se si continuano a perdere decine di milioni ogni anno il finale non può essere che quello della morte dell’Inpgi.
Al completamento dei piani di ristrutturazione si aggiunge la strategia di allargare la base contributiva – semplice: se più giornalisti versano contributi più pensioni si riescono a pagare –, strada percorribile non solo attraverso le ispezioni (ad esempio sono ancora tanti i pensionati che frequentano stabilmente le nostre redazioni senza un regolare contratto) che hanno come scopo quello di regolarizzare posizioni ora fuorilegge ma anche e soprattutto attraverso il rinnovo del contratto nazionale.
Certo è, e questa è la posizione condivisa dai più in consiglio generale, che qualsiasi riforma non può e non deve sacrificare sull’altare dei tagli e della riduzione delle spese la tutela degli iscritti e dei loro diritti, soprattutto di chi è stato investito in pieno dalla crisi – nel 2015 gli ammortizzatori sociali hanno coinvolto circa 7mila giornalisti – e di chi probabilmente lo sarà nei prossimi mesi. Vi terrò aggiornati.
Matteo Naccari
Consigliere generale Inpgi