Infatti, pur riconoscendo la piena autonomia dell’Ordine, il Sindacato non può essere indifferente rispetto alle politiche degli altri enti di categoria, soprattutto in una fase che vede il settore dell’informazione colpito da una grave crisi occupazionale e di ruolo, conseguenza delle modifiche avvenute in questi anni nel mercato del lavoro e nelle stesse modalità di esercizio della professione.
Per tali motivi l’Aser si rivolge ai candidati ai ruoli direttivi dell’Organo di autogoverno professionale, chiedendo loro di impegnarsi su alcuni punti.
- Realizzazione del Coordinamento degli enti di categoria . La Fnsi ha posto questo obiettivo nel proprio Statuto a dimostrazione che l’interesse del Sindacato regionale per un confronto costante – a livello nazionale e regionale – è massimo. Una condizione di dialogo permanente insieme ad un’azione congiunta degli organismi di categoria non potrà che produrre benefici per tutti i colleghi.
- Sviluppo e qualificazione della formazione obbligatoria , migliorando l’offerta di seminari che deve mantenere un carattere prevalentemente gratuito e di diffusione sul territorio, in modo da non penalizzare i colleghi sulla base dei luoghi di lavoro o di residenza.
- Come per gli altri enti della categoria, anche all’Ordine deve essere compiuto uno sforzo affinché vi sia un riequilibrio di genere , garantendo un’adeguata rappresentanza a donne e uomini. E un obiettivo che occorre porsi affinché i nostri organismi, in primo luogo l’Ordine, siano il più rappresentativi possibile della composizione della “popolazione giornalistica”.
- E necessario il rispetto rigoroso della legge (per la quale dovranno essere approvati i decreti attuativi) che regola l’attività dell’Ordine il quale, è bene ricordarlo sempre, è un ente pubblico e non ha funzioni sindacali. Questo, ovviamente, nell’ambito di un dibattito democratico ed inclusivo di tutte le esperienze e posizioni che si esprimono all’interno della categoria.
- Sostegno alla candidatura e al programma di Carlo Verna alla presidenza dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti (che sarà allegato a questo documento), candidatura già individuata dai presidenti di sedici ordini regionali.
Hanno aderito all’appello dell’Aser i candidati:
Per il Consiglio Regionale
LUCA BOCCALETTI,free lance (Bologna)
ANTONIO BOSCHI, TGR RAI Emilia-Romagna (Piacenza)
PIETRO CARUSO, pensionato, Presidente di Romagnawebtv (Forlì)
MARA CINQUEPALMI, free lance (Bologna)
BARBARA GALZIGNA, Agenzia informazione Giunta Regionale (Bologna)
GIOVANNI ROSSI, ex presidente FNSI (Bologna)
SILVIA SARACINO, corrispondente QN-il Resto del Carlino (Modena)
Per il Collegio dei revisori dei Conti
PAOLO FACCIOTTO, già CdR della Voce di Romagna (Rimini)
ARTURO RIZZOLI, pensionato Conti Editore (Bologna)
Per il Consiglio Nazionale
ANTONELLA CARDONE,free lance (Modena)
ANTONIO FARNE’, TGR RAI Emilia-Romagna, Presidente uscente CROG (Bologna)
ELIDE GIORDANI, free lance (Cesena)
ALBERTO LAZZARINI, pensionato, ex art. 12 Il Resto del Carlino, Consigliere nazionale uscente-presidente commissione cultura (Ferrara)
“Poiché da consigliere della commissione giuridica qualche mandato fa, ho contribuito a suggerire almeno un elemento dell’ultima riforma dell’Ordine (riduzione del numero dei consiglieri) oggi mi ricandido al consiglio nazionale convinto che si possa finalmente arrivare a una riforma completa e moderna. E mi piacerebbe partecipare alla sua stesura. Ci sono alcuni punti fondamentali per azionare un meccanismo di rilancio del settore di cui è superfluo descrivere la crisi. Innanzitutto accesso e formazione: indispensabile un rapporto stretto con l’università con l’istituzione di lauree in giornalismo e una maggior qualità dei corsi formativi. Formazione che ovviamente riguarda anche il grande mare dei pubblicisti per i quali sarebbe utile un esame per accedere al rispettivo elenco. Ma di fronte all’enorme numero di iscritti all’Ordine, rispolverando un mio vecchio slogan <è giornalista chi lo fa e lo sa fare> non sono contrario al numero chiuso. Inoltre va armonizzato il lavoro dei consigli regionali e il loro rapporto con il nazionale. Ovviamente su tutti i punti di una possibile riforma sarà indispensabile il contributo-parere di tutti gli organismi di categoria.
Approfittando delle lacune dell’arcaica legge 69 avevo cercato, nel mandato appena concluso in una deludente consiliatura regionale, di modernizzare il rapporto con gli iscritti proponendo, inutilmente, di utilizzare il sito dell’Ordine per la presentazione volontaria delle candidature in modo da aprire un dibattito sulle cose da fare o non fare. Sarebbe stato un mezzo democratico per coinvolgere gli iscritti storicamente poco attenti alle questioni ordinistiche e all’elezione dei propri rappresentanti. Esperienza, conoscenza di leggi e regolamenti, tempo da mettere a disposizione della categoria sono qualità indispensabili per il ruolo di consigliere nazionale o regionale che non dovrebbe costituire, come spesso è accaduto, solo una riga in più nel biglietto da visita.
Un sintetico curriculum. Beppe Errani, pensionato. Ho lavorato per 40 anni in un quotidiano da redattore fino a caporedattore e inviato. Ho esperienze televisive; un paio di mandati al consiglio nazionale e uno, al regionale. Più volte commissario d’esame per l’accesso alla professione e parlo tre lingue.