“Il vittimismo affossa il talento più prezioso” di Dora Carapellese

Il vittimismo affossa il talento più prezioso

 

Ci sono colleghi che guadagnano 150 euro al mese! Ci sono colleghi che prendono 5 euro al pezzo! Ci sono colleghi con pseudo contratti che nascondono un lavoro subordinato! Ci sono colleghi che sono a spasso perché le redazioni chiudono!

Queste sono alcune delle istanze che emergono dalle assemblee dei sindacati dei giornalisti a cui ho il piacere di partecipare. Non è molto che faccio parte del sindacato ASER, ma è abbastanza per vedere come i colleghi spesso pensano che tutto possa essere risolto da un sindacato! Non funziona così!

 

La consapevolezza è il primo step per andare oltre

I miracoli esistono solo se si parte da se stessi! Smettiamola di pensare che è sempre colpa di altri, e cominciamo a leggere la realtà che abbiamo, da un altro punto di vista. Iniziamo a pensare: quale può essere la nostra opportunità in questo settore? Basta andare a sbattere la testa contro editori ottusi, contro una classe manageriale vecchia e contro giochi politici che rallentano lo sviluppo di una professione che va completamente ristrutturata… ma questa è tutta un’altra storia!

I tempi sono cambiati, la modernità richiede un’attenzione diversa, delle regole diverse, che vanno ricalibrate su di noi e sui nostri sogni.

Quello che è evidente è questo atteggiamento di vittimismo dei colleghi che spegne ogni tipo di reazione e talento.

 

E’ il momento giusto per “Reinventarsi”

Reinventarsi questa è la keyword che vorrei diventasse un mantra, è la stessa che in questo momento può aprire a nuove possibilità. Lasciate ai sindacati il compito di difendervi quando l’ingiustizia incombe, ma lasciate a voi stessi il compito di trovare occasioni nuove che valorizzino i vostri talenti.

Siamo in una società dove al collaboratore è richiesto di essere soprattutto imprenditore, e qual è il compito di un imprenditore? Trovare uno scopo che lo faccia stare bene e che gli faccia fare business.

Guadagni 5 euro al pezzo? Magari lo accetti all’inizio di una carriera perché si ha sete di conoscenza. Ma se hai 30 anni e aspetti ancora, vuol dire che forse qualcosa deve cambiare.

Mi rivolgo a te che magari sei un collaboratore precario, mi rivolgo a te che hai lavorato 15 anni in una redazione e poi sei stato licenziato perché hanno chiuso i battenti.  Insomma, mi rivolgo a te giornalista, perché hai un talento prezioso, hai delle competenze che puoi vendere sul mercato, non aspettare che qualcuno si accorga di te.

 

Il Personal branding

Una nota storiella nel mondo della pubblicità dice che noi compriamo più uova di gallina e non di anatra, perché la gallina urla e si fa sentire.

In una società così affollata, mai come adesso urge il bisogno di dare eco alle proprie competenze che altrimenti resterebbero nell’ombra. Ti sto dicendo che devi fare marketing su te stesso, so quanto questa parola non rientri nelle tue corde. È diventato prioritario per la sopravvivenza della tua professionalità pensarti come un brand, se vogliamo essere precisi devi fare attività di Personal Branding.

Siamo nell’era della rivoluzione digitale che ha cambiato le nostre vite, i nostri pensieri e le nostre relazioni. Sii imprenditore di te stesso e organizzati per acquisire le conoscenze necessarie perché il tuo business funzioni. E ricordati che gli editori non sono solo i soliti che conosci, il panorama aziendale è un bacino di utenza in cui puoi trovare il tuo prossimo editore.

 

Potrebbero interessarti anche...