La Voce di Romagna diserta l’incontro con il Prefetto di Rimini e licenzia un sindacalista
La situazione del quotidiano “la Voce di Romagna” continua a suscitare allarme nel Sindacato regionale dei giornalisti.
Proseguono, infatti, i significativi ritardi nel pagamento degli stipendi senza che l’azienda abbia concordato un efficace piano di rientro dal debito che ha verso i lavoratori; sono stati compiuti gravi atti intimidatori nei confronti di coloro che rivendicano i propri diritti, con trasferimenti, ferie forzate e perfino il licenziamento di un componente del comitato di redazione.
Nei giorni scorsi l’editore ha disertato una riunione, per affrontare la situazione, indetta dal Prefetto di Rimini.
L’azienda, da tempo, rifiuta il tavolo sindacale per affrontare – attraverso strumenti di legge e contrattuali – la situazione di difficoltà nella quale evidentemente si trova, non riuscendo a far fronte con regolarità alle spettanze dei redattori e dei collaboratori.
Chi rivendica i propri diritti viene trattato come un nemico dell’azienda.
I veri nemici dell’azienda sono coloro che non vogliono affrontare apertamente i problemi, lasciandoli incancrenire e promettendo ipotetiche soluzioni perfino di dubbia legittimità. L’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna ringrazia il Prefetto di Rimini per la sua iniziativa e lo invita a proseguire il monitoraggio della situazione. Dal canto proprio il Sindacato ribadisce di essere al fianco di tutti coloro che difendono i propri diritti contrattuali e costituzionali. «Siamo solidali, in particolare, con il collega del Cdr che ha ricevuto la lettera di licenziamento – dice la presidente dell’Aser Serena Bersani – licenziamento, tra l’altro, indebito perché gravato da un sostanziale vizio di forma.
Infatti, secondo quanto previsto dall’art. 34 del Contratto nazionale di lavoro in merito alla tutela sindacale, l’intenzione di licenziare un membro del Cdr avrebbe dovuto avere preventivamente il nulla osta della presidente dell’associazione regionale di stampa.
Ciò non è avvenuto, a conferma del totale disconoscimento del Sindacato da parte dell’editore della Voce di Romagna.
Codesta Associazione si riserva di agire in tutte le sedi opportune contro questa grave violazione delle tutele sindacali e, malgrado le intimidazioni, continuerà a denunciare pubblicamente i comportamenti di un editore gravemente inadempiente nei confronti dei lavoratori sebbene continui a percepire da molti anni sostanziose provvidenze pubbliche».