Libertà di informazione. Attuazione della direttiva sulla presunzione d’innocenza, un saggio di Marina Castellaneta

La declinazione italiana della norma «solleva dubbi sull’obiettivo del decreto che, seppure in via indiretta, ha effetti negativi sulla libertà di stampa», spiega la professoressa dell’Università di Bari, che nell’articolo si sofferma sulla compatibilità della legge con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione e con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

 

“L’attuazione della direttiva sulla presunzione d’innocenza: atto dovuto o occasione per limitare la libertà di stampa?” è il titolo del saggio della professoressa Marina Castellaneta, docente dell’Università di Bari e profonda conoscitrice delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di informazione, pubblicato sulla rivista di diritto dei media “MediaLaws” che proponiamo di seguito.

«L’attuazione italiana avvenuta con il decreto legislativo n. 188 dell’8 novembre 2021 della direttiva 2016/343/UE sul rafforzamento della presunzione di innocenza e sul diritto di presenziare al processo nei procedimenti penali solleva alcuni dubbi sull’obiettivo del decreto che, seppure in via indiretta, ha effetti negativi sulla libertà di stampa», si legge nell’abstract.

La direttiva non si occupa dell’attività dei giornalisti, ma il legislatore italiano ha focalizzato la sua attenzione proprio sui rapporti tra procura e stampa. Nell’articolo ci si sofferma sulla compatibilità di tale intervento legislativo con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, con particolare attenzione alla nozione di notizia di interesse pubblico.

PER APPROFONDIRE
Il saggio della professoressa Castellaneta pubblicato nel fascicolo n. 1/2022 della Rivista di diritto dei media “MediaLaws” è allegato di seguito.

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