Sabato 23 settembre, alle ore 16,30, in occasione della partecipazione del magistrato Nicola Gratteri al festival di giornalismo investigativo Dig, Asm e Aser promuovono un sit-in di protesta per dare voce ai giornalisti contro la riforma Cartabia e denunciare il persistente atteggiamento di chiusura che si è creato (anche a Modena, nonostante i tentativi di dialogo e di confronto avviati) tra Procura, forze dell’ordine e il sistema dell’informazione.
Il presidio simbolico del sindacato dei giornalisti sarà all’entrata della Chiesa di San Carlo, prima dell’intervento del magistrato, neoprocuratore di Napoli.
Dall’avvento della cosiddetta riforma Cartabia le Procure hanno limitato drasticamente i canali di comunicazione con i giornalisti, utilizzando come unico strumento sommarie e incomplete note stampa.
A Modena l’uccisione del sedicenne pakistano Muhammad Arham, accoltellato al parco Novi Sad a fine marzo e il delitto di Friday Endurance, ucciso domenica 20 agosto in corso Vittorio Emanuele, sono valsi da parte della Procura due semplici resoconti di venti righe ciascuno.
A Ferrara nella tarda sera del primo settembre, all’interno di un bar del centro al termine di una violentissima rissa, un uomo di 43 anni è stata ucciso a bottigliate e coltellate. Il giorno dopo nonostante le continue richieste dei colleghi di carta stampata, tv e web, da forze dell’ordine (carabinieri in questo caso) e Procura non è arrivata nessuna nota o ricostruzione ufficiale dell’accaduto. Il comunicato è arrivato solamente alle 12.48 di domenica 3 settembre dove si avvisava che, testuale, era morto un uomo in un bar del centro cittadino.
Episodi analoghi si sono verificati anche nel Bolognese. Spiace constatare come sempre più spesso anche efferati delitti vengano affrontati, da Procure e Forze dell’ordine, con semplici resoconti di poche righe da diffondere alla stampa senza offrire la possibilità di fare domande e approfondire i contenuti per offrire all’opinione pubblica un’informazione corretta e il più possibile completa. In questo modo viene meno il ruolo del giornalista e si mette a rischio la qualità dell’informazione. Non possiamo tornare ai tempi delle veline.
Con questo sit-in l’associazione stampa vuole sensibilizzare opinione pubblica e istituzioni su di un problema che sta limitando il diritto di cronaca e il diritto dei cittadini a essere informati.