Stretta alla Cig in deroga: nel 2014 sarà al massimo di otto mesi. Lo stop nel 2016

Stretta in arrivo sulla concessione  degli ammortizzatori in deroga dal 2014 mentre si conferma  l’esaurimento dello strumento a fine 2016. Dal prossimo anno, secondo quanto si legge nella bozza del decreto Lavoro-Economia  al momento all’esame della Ragioneria – la cassa integrazione in deroga potrà essere concessa solo ai lavoratori (operai, impiegati e quadri) con almeno 12 mesi di anzianità lavorativa  per un periodo non superiore a 8 mesi nell’arco di un anno. Dall’1 gennaio 2015 e fino al 31 dicembre 2016 il sussidio potrà  essere concesso fino a 6 mesi nell’arco di un anno e a 12 mesi nell’arco di un biennio mobile. Per le imprese che hanno già la cassa ordinaria e straordinaria la deroga potrà essere concessa  per il 2014 con un tetto di 8 mesi ma per il 2015 e il 2016 per  5 mesi nell’arco di un anno e per 11 mesi nel biennio mobile.
L’iter del decreto è in corso, ha indicato il Ministero del Lavoro, annunciando che “a breve” verranno convocate le parti sociali per un confronto, che “solo al termine di tale iter, il decreto verrà perfezionato, anche sulla base delle osservazioni  “di sindacati, associazioni d’imprese, e Commissioni parlamentari. Il decreto sui nuovi criteri sottolinea la necessità che la  concessione e la proroga dei trattamenti in deroga sia “nei  limiti delle risorse finanziarie a tal fine destinate”. In  particolare si ricorda che gli ammortizzatori possono essere concessi sia per difficoltà temporanee del mercato che per crisi  aziendali, istrutturazione e riorganizzazione ma “in nessun  caso” a fronte di “cessazione dell’attività produttiva  dell’impresa o di parte della stessa”.
Per l’anno prossimo è previsto uno stanziamento per gli ammortizzatori in deroga di 1,6 miliardi mentre per quest’anno mancano ancora all’appello 330 milioni annunciati dal ministero del Lavoro ma per i quali non è stata ancora trovata la  copertura. I nuovi criteri sono più rigidi anche sulla mobilità in  deroga dopo anni in cui sono stati frequenti gli abusi. Secondo  una relazione del presidente della Commissione Lavoro del Senato Maurizio Sacconi nel 2012 diverse regioni hanno speso la metà  delle risorse per gli ammortizzatori in deroga per la mobilità (la Calabria il 78% a fronte di circa il 7% per Lombardia,  Toscana e Emilia). Per il 2014 – si legge nella bozza del decreto – la mobilità in deroga potrà essere concessa per un massimo di 7 mesi (10 al Sud) per chi ha beneficiato di meno di 3 anni del sussidio e per un massimo di 5 mesi (8 al Sud)) per chi ha già usufruito del sussidio per tre anni o più. I tetti si abbassano nel 2015 e nel 2016 con un massimo di 6 mesi (8 al Sud) per chi ha avuto l’indennità per meno di 3 anni mentre nulla è previsto per chi ha già superato i 3 anni di sussidio. Dal 2017 la mobilità in deroga non potrà più essere concessa.
I sindacati hanno espresso perplessità sui nuovi criteri a fronte di una crisi economica che non accenna a diminuire. “Sono iniqui e sbagliati – ha detto il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy – descrivono un Paese irreale. Siamo certi che il Parlamento li modificherà”. La Cisl si dice  disponibile a contrastare gli abusi ma dice no ai tagli lineari  sulla durata dei sussidi a fronte di una recessione così  profonda. “Non c’è alcun segnale che indichi una ripresa dell’occupazione nei prossimi mesi, appare quindi  incomprensibile la scelta di tagliare proprio ora tutti gli  strumenti di contrasto alla crisi”, avverte infine la Cgil.

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