Sindacato dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna dal 1905

Graziella Fava, una giornata per ricordare il suo sacrificio e l’importanza della libertà di stampa

Libertà di stampa, il suo valore e come difenderla i temi al centro della giornata organizzata dall’Aser in occasione del 46esimo anniversario dell’attentato incendiario alla sede del sindacato regionale dei giornalisti, avvenuto il 13 marzo del 1979 a Bologna. Attentato nel quale perse la vita Graziella Fava, in memoria della quale sono stati organizzati tre eventi: il convegno “Da Graziella Fava a Willy Branchi: la libertà di stampa tra inchieste e casi irrisolti”, la deposizione di una corona di fiori nel palazzo che ospitava l’associazione in via san Giorgio e che fu teatro dell’attentato, e l’inaugurazione di un monumento nel giardino a lei dedicati. Presenti al convegno – che si è svolto nella sedie di Illumia in via de’ Carracci – Paolo Maria Amadasi, presidente dell’Associazione Stampa Emilia-Romagna, Silvestro Ramunno presidente Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, Alessandra Costante segretaria della Federazione nazionale della stampa italiana, Claudio Santini presidente del Consiglio di disciplina Odg Emilia-Romagna, Nicola Bianchi giornalista de Il Resto del Carlino e segretario Aser e Serena Bersani, consigliera dell’Odg e già presidente l’Aser. A moderare l’incontro Matteo Naccari, segretario aggiunto Fnsi e, a sua volta, già presidente Aser.

“Che cosa lega la morte di Graziella Fava a quella di Willy Branchi? Sono entrambe storie di omertà – ha spiegato Alessandra Costante, segretaria generale della FNSI nel corso del suo intervento – dalle quali capiamo quanto sia stato importante il lavoro di chi fa informazione. Questo perché fare informazione significa svelare verità che gli altri non vogliono raccontare, verità nascoste. E’ chiaro che oggi il giornalismo è sotto attacco, lo dimostra il numero di giornalisti minacciati o di quelli sotto scorta, a cui è praticamente impedito di fare il proprio mestiere. Ogni giornalista sotto scorta rappresenta una ferita nella democrazia di questo Paese”.  Ricco di aneddoti l’intervento di Claudio Santini, presidente del Consiglio di disciplina Odg Emilia-Romagna e che da giornalista de Il Resto del Carlino ha raccontato gli anni bui del terrorismo, tra attentati e minacce alla libertà di stampa.  Il presidente dell’Aser Paolo Maria Amadasi con commozione ha ricordato Graziella Fava, ringraziando il figlio per aver presenziato all’evento: “Parliamo di una donna, di una mamma, che ha perso la vita per un vile attentato alla libertà di stampa.   Questa – ha aggiunto – è l’occasione per porre l’attenzione sulla libertà di stampa e sul valore dell’informazione e di chi fa informazione, come i giornalisti. Per questo come Aser abbiamo scritto una lettera che consegniamo alla Regione, affinché si unisca alle battaglie che vogliono tutelare questo valore. Un esempio sono i giornalisti della Dire che hanno avviato una lunga vertenza, e per la quale chiediamo una presa di posizione delle istituzioni”.  Lettera consegnata al capo di gabinetto della Regione Emilia Romagna Luca Vecchi, intervenuto al convegno e che oltre a sottolineare l’importanza e il ruolo dell’informazione, puntando l’accento anche sul valore della memoria e della storia, ha accolto l’invito  dell’Aser: “Presenterò al presidente Michele de Pascale la lettera che verte anche sul tema della Dire – ha spiegato – e avremo modo di dare una risposta, per capire in che modo portare avanti anche un affiancamento in questa vertenza”.

Non da meno le parole del presidente dell’Odg ER Silvestro Ramunno: “Ovviamente cogliamo l’occasione per esprimere  vicinanza ai giornalisti della Dire. A Bologna , ma in Emilia Romagna in generale, se c’è una tradizione di giornalismo di qualità è anche grazie alla presenza di una redazione importante come quella della Dire”.  Tra i relatori dell’evento Serena Bersani, che a lungo ha trattato anche la vicenda di cronaca che ha colpito l’associazione nel ’79: “E’ un evento che ha segnato la storia della città di Bologna e quella del mondo dei giornalisti. Un attentato alla libertà di stampa che è costato la vita a una persona che stava lavorando per portare il pane a casa. Una tragedia che non può e non deve dimenticata”. Nicola Bianchi, segretario e giornalista de Il Resto del Carlino ha poi ripercorso le tappe che hanno portato alla riapertura del caso sulla morte di Willy Branchi grazie a una sua inchiesta, tra colpi di scena e testimonianze che hanno riacceso un faro sull’intera vicenda, portando alla luce verità anche scomode. Il segretario aggiunto della FNSI Mattei Naccari ha coordinato l’intero evento, ringraziando i presenti e soprattutto il sindacato per l’impegno profuso quotidianamente nella difesa dei diritti dei giornalisti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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