Il 13 marzo 1979 l’uccisione di Graziella Fava in un attentato alla sede dell’Aser
Il 13 marzo 1979 due uomini e una donna, armati e mascherati, entrarono negli uffici dell’Associazione Stampa dell’Emilia Romagna in via San Giorgio a Bologna, sequestrarono un impiegato e una persona occasionalmente presente; poi diedero fuoco ai locali. Il fumo invase l’appartamento del piano soprastante dove si trovavano un’anziana donna, la figlia e una collaboratrice domestica, Graziella Fava.
Le prime due donne furono salvate, Graziella Fava morì invece per asfissia sul pianerottolo.
L’attentato – che fu seguito da altre due incursioni incendiarie nelle abitazioni di cronisti bolognesi – venne rivendicato con la sigla “Gatti Selvaggi”, facendo riferimento a militanti di “Prima Linea” uccisi qualche giorno prima in un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine.
Il sindacato dei giornalisti dell’Emilia-Romagna, a 38 anni di distanza, non dimentica il sacrificio di questa lavoratrice, rimasta fino all’ultimo nell’edificio purché venisse messa in salvo l’anziana invalida di cui si occupava. A questa vittima innocente dell’unico omicidio per terrorismo avvenuto a Bologna negli “anni di piombo” va il ricordo grato e rispettoso dell’Associazione.